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Cariche della polizia a Pisa, la condanna dei prof del Russoli: «I nostri ragazzi manganellati, cosa è successo prima e dopo»


	Le immagini degli scontri a Pisa
Le immagini degli scontri a Pisa

Lettera-appello di alcuni docenti che denunciano l’accaduto e chiedono che venga fatta chiarezza. Intervento anche del liceo Dini: «Un fatto gravissimo, carica della polizia pesante e ingiustificata»

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PISA. È una lettera-appello scritta di getto quella firmata da alcuni docenti del liceo artistico Russoli di Pisa davanti al quale stamani alcuni ragazzi che stavano partecipando alla manifestazione pro-Palestina, sono stati caricati dalla polizia che ha utilizzato anche scudi e manganelli. Una lettera nella quale i docenti raccontano cosa hanno visto e chiedono che le autorità competenti intervengano per spiegare cosa è successo. 

«Siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola – si legge nella lettera - Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in Piazza Cavalieri. Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di Piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli. Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate».

La lettera prosegue con il racconto e riportando le testimonianze di alcune vittime. «Non sappiamo se se siano volate parole forti, anche fuori luogo, d’indignazione e sdegno, fatto sta che, senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza – scrivono i docenti - Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciava in Via Tavoleria. Come educatori siamo allibiti di fronte a quanto successo oggi. Riteniamo che qualcuno debba rispondere dello stato di inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti cento/duecento studenti scesi in piazza pacificamente: perché si è deciso di chiuderli in un imbuto per poi riempirli di botte? Chi ha deciso questo schieramento di forze, che neanche per iniziative di maggior partecipazione e tensione hanno attraversato la nostra città?», concludono.

La lettera del liceo Dini

Ma la condanna di quanto accaduto oggi arriva anche dal liceo Dini di Pisa. Il consiglio d’istituto e il comitato dei genitori parlano di «fatto gravissimo, un fatto che colpisce profondamente la nostra coscienza di cittadini e genitori, la nostra idea di libertà e democrazia, il nostro valore fondamentale di rispetto della Costituzione repubblicana».

«Una manifestazione pacifica e spontanea di studenti e studentesse – prosegue la lettere - è stata fatta oggetto di una pesante ed ingiustificata carica da parte di un reparto della Polizia di Stato. Un’aggressione a freddo a chi stava esercitando un fondamentale diritto previsto e tutelato dalla nostra costituzione: quello di riunirsi pacificamente, di esprimere le proprie idee, di manifestare le proprie scelte ed i propri desideri. Studenti e studentesse allegri, a volto scoperto, pacifici, che manifestavano per la pace!! Minorenni che sperano solo in un futuro migliore e che manifestano per la vita e la fine di una guerra che sta uccidendo persone innocenti. Di fronte a questo si è visto solo un gesto brutale e violento, ingiustificato: i filmati che hanno immortalato tutte le fasi della carica di polizia testimoniano chiaramente che non c’è stata alcuna aggressione da parte dei manifestanti, nessuna indebita pressione verso le forze di polizia, nessun gesto violento che potesse solo lontanamente giustificare le manganellate e gli ammanettamenti, nessuna violenza che possa giustificare teste rotte e sangue per terra! Tutto questo è inaccettabile!».

La lettera prosegue poi con la richiesta di fare di chiarezza rispetto a quanto accaduto. «Chiediamo ai responsabili della gestione dell’ordine pubblico di rendere conto dei fatti accaduti – spiegano -, chiediamo al Sindaco e al consiglio comunale di condannare quanto è accaduto. Apprendiamo con favore che il Presidente della Provincia ha chiesto una riunione urgente del Comitato provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica ed auspichiamo che in quella sede i responsabili vengano indicati e puniti per quel che è successo. Crediamo fermamente che le libertà democratiche fondamentali debbano essere difese e che le possibilità di vivere gli spazi pubblici, le piazze e le vie per manifestare il proprio pensiero siano irrinunciabili e debbano essere difese senza alcuna condizione. Il Liceo Dini, luogo dove da ormai cento anni si educano e formano i cittadini di oggi e di domani, esprime la propria disapprovazione per questi fatti, il proprio timore per il brutto momento che sta vivendo la nostra democrazia, la propria ferma indisponibilità a chinare la testa di fronte alle restrizioni della nostra libertà».

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