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Pisa, il Battistero riapre dopo il restauro: «Ora è più bello e più forte»

Pisa, il Battistero riapre dopo il restauro: «Ora è più bello e più forte»

Due mesi di lavori, ristrutturata la cupola contro le infiltrazioni. In partenza anche un secondo lotto di lavori che sarà concentrato su interventi interni

01 dicembre 2023
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PISA. Riapre il Battistero. Dopo due mesi di chiusura, da domani mattina il monumentale edificio realizzato tra il 1152 e il 1180 da Diotisalvi e dedicato a San Giovanni Battista torna a mostrarsi a visitatori, turisti e fedeli. Con il matroneo, ovvero il loggiato interno che corre al di sopra delle volte inferiori, completamente restaurato e interamente visitabile e percorribile.

Tra ottobre e novembre, infatti, sono stati “rimessi a nuovo” non solo gli intonaci, ma anche tutti i decori, le pitturazioni e le decorazioni delle volticelle interne dell’intradosso. Oltre all’intero apparato lapideo: la parete interna, ma anche le colonne e i pilastri. Un colpo d’occhio straordinariamente suggestivo e quasi inedito di cui beneficeranno coloro che da stamani si affacceranno nell’imponente Battistero di piazza del Duomo, ancora oggi il più grande del mondo con i suoi 107,24 metri di circonferenza, un’altezza di quasi 55 metri e una larghezza della muratura che, alla base, arriva a 2 metri e 63 centimetri.

I restauri interni, invero, sono il secondo lotto di una serie di lavori che vedranno impegnate le maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana e le ditte incaricate ancora per molti mesi.

Il primo intervento, infatti, ha riguardato il restauro della cupola ed è stato anche il più urgente: sono stati recuperati e rinforzati tutti gli intonaci che cominciavano a sgretolarsi, con il rischio di piccoli cedimenti e cadute, ma soprattutto di infiltrazioni d’acqua.

I lavori sono stati realizzati nei mesi scorsi e completati prima della fine dell’estate, periodo in cui il monumento, pur aperto ai turisti, non era completamente visitabile. Un intervento e una scelta quanto mai opportuna che ha consentito al Battistero di superare senza alcuna conseguenza la violenta ondata di maltempo d’inizio novembre e alla “doppia cupola”, vera e propria peculiarità del monumento di piazza del Duomo che ne rende unica l’acustica, di tornare agli antichi fasti.

Dall’inizio della prossima settimana le maestranze si sposteranno a terra: l’obiettivo, infatti, è il restauro completo degli interni del monumento voluto inizialmente per corredare la Cattedrale con la quale infatti si accorda per materiali utilizzati e stile, ma che costituisce anche una pietra miliare dell’arte italiana: da qui, infatti, ebbe inizio il rinascimento della scultura, grazie ai successivi interventi di Nicola Pisano e del figlio Giovanni, avviati intorno alle metà dal Tredicesimo secolo. Entrambi non solo completeranno l’opera di Diotisalvi (che, comunque, per assicurarsi la paternità del lavoro incise su un pilastro la scritta “Deotisalvi magister hutus operis”, ovvero “Diotisalvi è l’autore di quest’opera”) realizzando anche l’ultimo piano su cui si aprono le dodici bifore, ma la innoveranno profondamente: Nicola, infatti, è anche l’autore del celeberrimo pulpito, vero e proprio capolavoro del gotico italiano del Duecento, sorretto da sei colonne laterali che compongono un esagono, e da un pilastro centrale, e adornato da cinque pannelli ad altorilievo raffiguranti scene della vita di Cristo.

A Nicola e Giovanni si devono, peraltro, anche i busti e le figure scolpite a mano che adornano gli archetti del loggiato esterno.

Ci vorranno ancora due anni di lavoro per vedere tornare all’antico splendore i marmi e gli intonaci degli interni del Battistero, e i portoni d’accesso, anch’essi oggetto di restauro, dove già dal 1185 si svolgevano alcune delle cerimonie solenni più importanti per la vita cittadina, a cominciare dall’investitura dell’Operaio del Duomo, carica corrispondente a quella dell’attuale presidente dell’Opera della Primaziale.

Un restauro certosino con gli interventi che proseguiranno coinvolgendo due arcate per volta del piano terra: completate queste si sposteranno alle due successive e così via, fino al completamento del restauro previsto, indicativamente, entro la fine del 2025. Invero si sarebbe potuto procedere anche più celermente «ma questo modo – chiarisce il direttore tecnico dall’Opera della Primaziale, Roberto Cela – sarà possibile proseguire il restauro lasciando l’edificio sempre fruibile ai visitatori».

L’investimento, a carico dell’Opera della Primaziale, è di circa 300mila euro. A cui vanno aggiunti, però, i lavori “in proprio”, ovvero avvalendosi della capacità delle maestranze interne e, per quel che riguarda gli interventi già conclusi, anche il contributo economico della Fondazione Pisa.

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