Pisa, bambina di 11 anni ricoverata: la mamma può vederla solo con le videochiamate
La denuncia dell’avvocato della donna: «Istanza alla Corte d’Appello»
PISA. Una ragazzina undicenne di Pisa è ricoverata in ospedale per accertamenti: tre settimane fa si era recata al pronto soccorso lamentando dolori lancinanti e i medici hanno scoperto che ha una formazione tumorale a livello ginecologico. Formazione che al momento pare benigna, ma che ha richiesto un ricovero ospedaliero proprio per approfondire le valutazioni mediche.
La ragazzina, a causa della forte conflittualità tra i genitori, al momento è affidata al padre e può vedere la madre solo nel corso di incontri protetti. «Eppure, in un frangente così delicato, vista anche la localizzazione della formazione tumorale, i servizi sociali non autorizzano la donna a recarsi al capezzale della figlia – è la denuncia dell’avvocato Francesco Miraglia – . Al massimo possono vedersi in videochiamata e sempre in spazio neutro, vale a dire con qualcuno ad assistere. Solo nel caso la bambina venisse operata allora sì, la madre potrebbe recarsi in ospedale a trovarla, ma sempre con una operatrice. «Ma dico io – commenta l’avvocato Miraglia, legale della donna –: a parte il buon senso, dove sono finite la pietà, la compassione umana? Siamo di fronte a una preadolescente con un problema di natura tutto femminile, che avrebbe quanto mai la necessità di avere accanto la madre, una donna. Invece a questa ragazzina, in un momento così delicato e doloroso, viene negato di essere accudita, assistita e rincuorata dalla sua mamma. Capisco il dovere di ottemperare alle disposizioni dei giudici, ma in questo caso va da sé che la ragazzina, per il suo benessere fisico e morale, avrebbe bisogno del conforto materno».
La madre, attraverso l’avvocato Miraglia, si è rivolta alla Corte d’Appello di Firenze, presentando un’istanza con cui chiede l’autorizzazione a stare accanto alla figlia fino a che non si sarà ristabilita. «A questo punto ci appelliamo alla Corte – prosegue l’avvocato Miraglia – ricordando come lo scopo primo dei provvedimenti emessi nei confronti dei minori debba essere la loro tutela, ma soprattutto il loro benessere e la loro serenità».
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