Pisa, occupato il liceo Buonarroti e i ragazzi fanno servizio d'ordine per scoraggiare i vandali
Gli studenti stessi hanno predisposto una massiccia sorveglianza contro possibili incursioni dall’esterno
PISA. Un'azione temporanea, ma secondo gli studenti «necessaria» per far emergere «i problemi e le criticità» che quotidianamente entrano in classe. Non si ferma la mobilitazione studentesca scattata lo scorso settembre, in concomitanza con il suono della prima campanella, per rivendicare soluzioni urgenti all'emergenza aule che ha colpito almeno tre istituti superiori cittadini.
La protesta è sfociata ieri nell'occupazione dello scientifico Buonarroti, una delle scuole che maggiormente soffre l'assenza di spazi (17 le aule che mancano all'appello). Si muovono tra una critica all'intero sistema scolastico e un dito puntato contro le istituzioni per la carenza di aule e spazi le motivazioni che hanno spinto gli studenti a materializzare un atto che, spiegano, «è frutto di una lunga analisi condotta in maniera democratica e inclusiva». Con banchi, cattedre e sedie gli occupanti hanno alzato barricate ad ogni ingresso della scuola, che resterà occupata fino a sabato mattina. «Un'azione forte, ma responsabile», precisano gli studenti che hanno formato anche un massiccio servizio d'ordine (almeno 40 gli studenti che si alterneranno) per prevenire eventuali incursioni di gruppi esterni, possibili danni all'istituto e per vigilare sul rispetto delle norme anti-Covid (l'accesso alla scuola è riservato solo ai possessori di Green pass e prevede l'obbligo di indossare la mascherina negli ambienti interni).
«Con la nostra occupazione vogliamo denunciare l’operato di tutte le istituzioni che ci hanno lasciato a noi stessi costringendoci a compromessi e rinunce», spiegano gli occupanti in un documento. A partire dall'edilizia scolastica fino all'intero sistema che regola le scuole. «È privo di dialogo, basato su una programmazione né esaustiva, né soddisfacente, non trattata in modo utile alla formazione di persone consapevoli del mondo che ragionano in maniera critica», accusano. «Sentiamo fortemente la mancanza di tematiche politiche e di attualità come la crisi ambientale, l’educazione sessuale e all’affettività, fondamentali per sviluppare un pensiero critico e soggettivo», proseguono gli studenti puntando il dito contro le istituzioni, “ree” della carenza di aule che ha costretto la scuola a rivoluzionare orari e didattica. «La nostra scuola ci sta stretta, letteralmente – aggiungono –. Ci siamo trovati quest’anno con un terzo delle aule mancanti, a dover sostenere un orario di sei ore, senza poter utilizzare i laboratori e la biblioteca. Carenza di cui sono complici tutte le istituzioni, dalla Provincia fino al governo centrale, che da decenni non fanno altro che tagliare fondi all'istruzione. Non avere abbastanza aule non è stata una sorpresa: nonostante i nostri innumerevoli sforzi per cercare di trarre delle soluzioni immediate e concrete dalle autorità competenti, esse si sono rifiutate di ascoltarci, lasciandoci come sempre in una situazione precaria e di estremo disagio».
Nell'istituto risulterebbero numerose porte forzate, ma una stima di eventuali danni sarà possibile solo quando gli studenti lasceranno la scuola. Dopo un'assemblea studentesca, gli occupanti hanno incontrato il corpo docente per spiegare le ragioni dell'occupazione. «È un atto da condannare senza tentennamenti, soprattutto in un momento in cui è fondamentale garantire le misure di sicurezza sanitaria», sottolinea il dirigente scolastico Alessandro Salerni, che ieri mattina ha presentato denuncia in questura.