Buscemi denuncia per stalking la Casa della Donna
L'assessore-attore: "Contro di me una campagna denigratoria"
PISA. Annuncia la presentazione di una querela nei confronti della presidente della Casa della Donna e della promotrice della petizione con cui si chiedono le sue dimissioni dalla giunta Conti, l'assessore Andrea Buscemi. L'accusa? Stalking e diffamazione. L'annuncio è arrivata la mattina di lunedì 16 luglio nel corso di una conferenza stampa a cui ha preso parte anche l'avvocato di Buscemi, Rubina Colombini.
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L'assessore, al suo fianco la compagna Martina Benedetti che si è detta indignata e oltraggiata dal comportamento della Cassa della Donna, sostiene la falsità delle accuse mosse nei confronti dall'associazione che domani alle 14 si ritroverà davanti al Comune, in occasione dell'insediamento del consiglio, per leggere brani della sentenza e alcune conversazioni tra l'attore e la sua compagna dell'epoca, quella che lo denunciò per stalking. "Scrivono che sono stato condannato ma è falso, io non ho avuto neanche una parvenza di condanna - afferma l'attore -. Contro di me è in atto una campagna denigratoria".
"Sono come i nazisti e per questo bisognare fare di tutto per fermarle. Per questo ho deciso di querelare per stalking la presidente della Casa della Donna di Pisa, Carla Pochini, e la promotrice della petizione contro di me Elisabetta Vanni. La loro è, infatti, una persecuzione, costruita su un pregiudizio, contro di me" spiega Buscemi.
"Abbiamo elencato in sede di querela - ha aggiunto il suo avvocato, Rubina Colombini - una serie di condotte che configurano diverse ipotesi di reato, dalla diffamazione, alla molestia fino agli atti persecutori". Buscemi, inoltre, ha ricordato che la Casa della Donna fin dal 2013, anno in cui cominci il suo processo dopo una querela per stalking della ex fidanzata, "ha iniziato la sua guerra ideologica contro di me su presupposti falsi e con affermazioni false, visto che in primo grado e dopo un'istruttoria di tre anni sono stato assolto e in appello sono stato prosciolto perché il reato prescritto, quindi chi dice che sono stato condannato mistifica la realtà".
"Per porre fine ha questa persecuzione - ha concluso Buscemi - ho anche recapitato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per esporgli la situazione. Sono costretto a vivere a Viareggio, perché a Pisa ho paura di essere aggredito, sui social qualcuno mi ha anche minacciato di morte".