Centinaia per l’addio a Michela Falchi, la maestra di Marina
L’arrivo della salma in chiesa salutato dalle parole di Fossati «Era energica e solare, mai avrebbe voluto andarsene»
PISA. "Dicono che c'è un tempo per seminare e uno che hai voglia ad aspettare. Un tempo sognato che viene di notte e un altro di giorno teso come un lino a sventolare". Solo le parole di Ivano Fossati dall'altoparlante del carro funebre rompono il silenzio di Marina di Pisa mentre un corteo silenzioso accompagna il corpo di Michela Falchi, la maestra marinese di 64 uccisa da un male incurabile, nel suo viaggio verso la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice. In testa, i figli di Michela, Chiara e Lorenzo Spanu, e ad attenderla tutto il paese, quasi un migliaio di persone: una chiesa affollata per dare l'ultimo saluto alla maestra di Marina. Sulla bara, anche i fiori dei suoi piccoli studenti: "dai tuoi bambini".
C'erano gli ex colleghi che la ricordano come una donna esuberante, sempre allegra e sorridente "anche quando scoprì la malattia”, racconta una collaboratrice scolastica delle Viviani. “Il cancro la costrinse alla pensione ma lei non sarebbe mai voluta andare", perché aveva dedicato tante delle sue energie alla scuola e agli studenti che la ricordano anche dopo molto tempo. "Era una donna energica e solare - dice Nafìsia da sotto gli occhiali scuri, un'ex alunna che ora ha 27 anni - era sempre in prima fila se c'era bisogno di darsi da fare: era rappresentante nei collegi scolastici ma soprattutto era una brava persona. Per noi era soprattutto la maestra di teatro: ci ha trasmesso questa passione e abbiamo tutti conservato un bellissimo ricordo, anche se ormai sono passati più di quindici anni".
Il teatro, infatti, era stato un grande amore di Michela, sia da attrice che da regista: faceva parte del gruppo teatrale amatoriale "Frequenze alfa". Era una donna impegnata e non mancava mai di far sentire la sua voce: aveva lottato contro la burocrazia che non le riconosceva l’assegno di invalidità e aveva dato vita a una associazione per la difesa della costa pisana, “Un’altra voce per il litorale”. Si era anche dedicata alla scrittura tanto che, qualche mese fa, aveva pubblicato un libro, "Dietro le quinte" (editore Carmignani), in cui raccontava la sua vita. Una vita segnata dall'amore per la scuola e per i suoi cari ma anche dal dolore della perdita di un figlio, Gabriele, morto venti anni fa durante un'immersione di pesca di fronte a Boccadarno dove c'è ancora una lapide che lo ricorda. Era una donna molto amata dai vicini, dalla comunità marinese, dai colleghi e dagli studenti, tutti presenti alla funzione per l'ultimo addio. A celebrare la messa Don Messias. Il corpo di Michela è stato portato e riposerà nel cimitero di San Piero a Grado. Michela ha voluto dire addio a suo modo, lasciando che le note di Ivano Fossati parlassero per lei: "C'è un tempo perfetto per fare silenzio, guardare il passaggio del sole d'estate e saper raccontare ai nostri bambini quando è l'ora muta delle fate".
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