L'Ateno ricorda Marco Della Pina ricercatore e storico di rango
Seminario nell'aula Liva del dipartimento di via Paoli
Marco Della Pina, un professore molto amato. Amato dai suoi studenti accorsi ad affollare l’aula Liva in cui si celebrava un seminario della Facoltà di Storia dedicato al docente scomparso due mesi fa, ma apprezzato e stimato, oltre la convenzione rituale, dai suoi colleghi di facoltà. Una commozione tenuta a freno e per questo più credibile ha percorso il pomeriggio in cui si sono alternati a parlare di lui oltre ai colleghi anche suoi amici di impegno culturale e civile che venivano da Livorno e da Cecina. Si è così fornito uno spaccato della vita accademica meno percorso da meschine rivalità quando non da consorterie per il potere, ma più animato da una ricerca scientifica solidale d’intesa tra docenti e studenti. Della Pina poi, dalla cattedra nel corso di laurea in Scienze per la pace, è stato rappresentato non come esclusivamente rivolto all’impegno scientifico, chiuso nel mondo della ricerca demografica (il suo specifico approccio di studio e di ricerca), ma in quanto impegnato costantemente nella dimensione civile e sociale. Infine in particolare sulla vicenda delle migrazioni, oggetto del suo studio, è stato fornito un documento sull’ultimo scritto di Della Pina, in cui affronta il tema caldo ed urgente, dopo l’ennesima tragedia di Lampedusa, dei migranti dal nord-africa.
Il professor Marco Della Pina è morto il 24 dicembre scorso
Dopo l’esordio nel seminario in cui hanno presentato la figura del docente e la sua attività in Facoltà i docenti Sonia Paone e Luigi Consorti, ha preso la parola tra gli altri Andrea Menzione, titolare di una cattedra di Storia moderna, che forte della conoscenza di Marco Della Pina fin dalla giovinezza studentesca, ha ricordato i vari passaggi della vita dello studioso rivendicandone i meriti scientifici in uno spazio ampio del territorio toscano fino agli ultimi impegni sui fenomeni delle migrazioni straniere verso l’area del Paese. Claudio Frontera, poi, ha ricordato come da presidente della provincia di Livorno avesse scelto all’inizio del Duemila Marco come assessore all’ambiente avendone a lungo apprezzato le qualità umane e le capacità di orientamento politico. “Insieme – ha detto Frontera – abbiamo condotto in porto realizzazioni come il parco delle colline livornesi, che costituiscono ancor oggi un risultato ambientale di rilievo”. E così si è sottolineato anche il contributo decisivo che lo studioso ha fornito per la costruzione a Villa Guerrazzi in Cecina del museo della civiltà contadina, museo che Della Pina ha curato con certosina e manuale applicazione e che oggi è meta di visite guidate nella maremma settentrionale.
Significativo inoltre il discorso di Giorgio Gallo del dipartimento informatico nella Scienza della pace, il quale ha rammentato il dialogo continuo del docente con i suoi studenti improntato al riconoscimento di un “rapporto reciproco di scambio”. Da qui utili indicazioni anche sul tema della convivenza e dell’accoglienza nella dimensione della città pisana sia delle presenza rumene che dell’arrivo di studenti da ogni parte del Paese. Gallo ha concluso il suo intervento mostrando sullo schermo una foto di Della Pina, preso di schiena, che si allontanava nella sua andatura sciolta ed elegante. Sembrava dire: ora che ho fatto la mia parte me ne vado. Ora tocca a voi, ora.