Il Tirreno

Il mondo del basket della Val di Cornia rende onore a Leo

di Paolo Federighi
Il mondo del basket della Val di Cornia rende onore a Leo

Zanassi ha giocato la sua ultima partita in Argentina Per sei anni ha dato spettacolo tra S.Vincenzo e Venturina

21 marzo 2013
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SAN VINCENZO. «Un eccezionale giocatore, un cestista di successo in tutti i sensi. Grazie Leo per tutto quello che hai dato allo sport». Così commenta la notizia del ritiro di Leonardo Zanassi il mondo cestistico e sportivo argentino. Il “nostro” Leo, che ha emozionato per anni tutti gli appassionati della zona, ha detto addio al basket dopo una partita in cui, con la maglia del suo Estudiantes, ha segnato 21 punti e vinto contro il Velez.

Zanassi, classe 1974 di Berisso, vicino a Buenos Aires, ha giocato sui campi di San Vincenzo e Venturina per sei anni, ed è diventato, qui, l’idolo di tutti. Il 4 settembre 2011 ha deciso, con la moglie Natalia ed i figli Franco e Matteo (che ora hanno 11 e 5 anni) di far ritorno alla sua città. Una carriera straordinaria, la sua, iniziata nel Ceye di Berisso e proseguita, a soli 12 anni, con la maglia del Boca Juniors.

A 15 anni è così forte da essere richiesto da squadre italiane e spagnole, ma lui rifiuta per stare con gli amici. Altre sono sempre state le sue priorità: l’amicizia, la famiglia, la semplicità. Da quando aveva 16 anni ha indossato le maglie, nella massima serie nazionale argentina, di Ferro, Central Entrerriano e Peñarol di Mar del Plata, squadra con la quale ha stabilito, il 7 febbraio 1997, il record del mondo di triple segnate in una sola partita (13). Un record battuto da Leonardo Gutierrez - punto fermo per anni della nazionale albiceleste – appena due anni or sono. Zanassi è considerato uno dei più grandi tiratori della storia del basket argentino, e solo una regola assurda ha privato la “araña” (il “ragno”, così è conosciuto in Argentina per la sua somiglianza fisica con lo slavo Kukoc) della possibilità di giocare sopra la serie C2. Nel Belpaese ha giocato, oltre che con Venturina e San Vincenzo, anche con San Severo, Cagli e Urbania.

Dalle nostre parti è considerato, insieme a Gianni Bertolotti, il più grande giocatore che mai abbia calcato i nostri campi. Oltre alla grandezza del giocatore, Leo è amato da tutti, sia qui che in Argentina, per il suo enorme spessore umano, la sua simpatia.

Scegliendo di tornare a casa è riuscito a chiudere la carriera con Gustavo Perez, allenatore del prestigioso Estudiantes e primissimo coach di Leo ragazzo. Al suo primo anno nell’Estudiantes, il quasi 39 enne Leo ha portato la sua prestigiosa squadra a vincere il campionato nazionale di terza divisione (equivalente più o meno ad una Divisione Nazionale A italiana). Punto di forza di tutte le nazionali giovanili argentine, fino all’under 22. In ogni campo in cui ha giocato le sue ultime partite, in Argentina, è stato premiato e celebrato. Più o meno come era accaduto qui, dove tutti sperano che possa tornare presto, pur solo per salutare i vecchi amici.

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