Fugro Mercator, la nave oceanografica incagliata all’Elba: il progetto di ricerca su cui stava lavorando il team
L’imbarcazione di ricerca scientifica era impegnata in un’operazione di monitoraggio dei fondali marini
ELBA. La nave di ricerca scientifica Fugro Mercator, battente bandiera Bahamense e impegnata in operazioni di monitoraggio dei fondali marini, si è incagliata sulla scogliera del promontorio dell’Enfola, a Portoferraio. Da settimane l’imbarcazione di 42 metri aveva attirato l’attenzione degli elbani mentre era impegnata nell’attività scientifica appunto.
Il progetto
Un anno fa, circa, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) – in un comunicato stampa – spiegava che – «nell’ambito del progetto Marine Ecosystem Restoration (Mer)» veniva «assegnata la gara d’appalto per mappare gli habitat costieri dell’intera costa italiana, un’iniziativa innovativa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». Ed è lì che l’Ispra selezionò il consorzio guidato da Fugro per «utilizzare la sua tecnologia all’avanguardia per la mappatura degli ambienti costieri», con «un approccio rivoluzionario che è destinato a trasformare la conservazione e gli sforzi per il ripristino degli ecosistemi marini».
Cosa fanno
E si dettagliava sulle attività del progetto: «Le attività di rilievo verranno condotte su tutto il territorio costiero nazionale e prevedono la mappatura delle praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa, utilizzando sensori all’avanguardia, tra cui LiDAR e sensori ottici aviotrasportati, gravimetria aerea (tecnica che utilizza sensori che misurano la gravità, utile ad arrivare ad un maggior dettaglio) e sensori satellitari, arrivando a coprire una superficie di 10.200 km2, una tecnologia multibeam e l’impiego di un veicolo sottomarino autonomo per l’osservazione diretta di 4000 chilometri di costa. Il progetto prevede inoltre una mappatura completa della fascia costiera fino a 800 metri a partire dalla linea di costa verso l’interno con sensori ottici e gravimetro».