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Spiagge, combattere l'erosione con i gusci di cozze e vongole: dall'idea del ristoratore di San Vincenzo alla realtà


	Fulvietto Pierangelini ha avuto l'idea sull'uso degli scarti del pesce
Fulvietto Pierangelini ha avuto l'idea sull'uso degli scarti del pesce

Fulvietto Pierangelini ha un locale a San Vincenzo: «Assurdo intasare le discariche con materiale che, alla fine dei conti, è sabbia»

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SAN VINCENZO. Recuperare alcuni scarti del pesce prodotti dai ristoranti – come gusci di cozze, vongole e teste di gamberi – utilizzandoli come materiale per il ripascimento delle spiagge e per creare un’area marina dedicata alla riproduzione dei pesci. L’idea base di Fulvietto Pierangelini del Bucaniere, che non ne poteva più «di gettare i gusci delle cozze nell’indifferenziata», è stata ripresa e ampliata da Confcommercio, che ha deciso di portarla fino alla Regione. «Un progetto del genere permetterebbe di ridurre i rifiuti alimentando lo sviluppo dell’economia circolare – spiega Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio provincia di Livorno – e potrebbe essere una risorsa per il territorio». Ma andiamo con ordine.

Non tutti i gusci sono recuperabili

L’idea primaria, come detto, è di Fulvietto Pierangelini, ristoratore del Bucaniere. «I gusci delle cozze – racconta – vanno gettati nell’indifferenziata e ho pensato che è assurdo intasare le discariche con materiale che, alla fine dei conti, è sabbia». E quindi ha pensato alla possibilità di recuperare il tutto. I gusci prodotti dalle attività, secondo lui, potrebbero essere raccolti in aree di stoccaggio per poi essere depositati in mare in una determinata area – da individuare – dai pescatori locali. «Si possono recuperare i gusci aperti in acqua e non nell’olio. E possono aderire i ristoranti che usano il pesce fresco e le pescherie». Così nel punto scelto – dove gli scarti andrebbero gettati congelati o in apposite reti affinché non tornino a galla – «sarebbe creata un’area parco che funzionerebbe da polmone per i pesci e avrebbe anche una funzione turistica».

Un'idea che piace agli imprenditori

Bene, a Confcommercio l’idea è piaciuta e ha pensato che i resti delle cozze, oltre che per l’area marina protetta, potrebbero essere riutilizzati anche per il ripascimento delle spiagge. Certo, in quel caso ne servirebbero parecchi. Ecco, dunque, che nei giorni scorsi l’associazione di categoria ha sottoposto l’idea alla Regione sottolineando «che si tratta di un progetto che ha l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e favorire il ripopolamento ittico nel mare di San Vincenzo».

Secondo il vicepresidente di Confcommercio Livorno, Fabio Busdraghi, inoltre «è un progetto con un forte impatto sul territorio. Nell’area marina protetta potranno essere liberate specie ittiche sottomisura, favorendo la biodiversità e rendendo San Vincenzo un polo attrattivo per il turismo sostenibile. L’aumento della fauna marina, infatti, porterebbe benefici al settore della pesca e offrirebbe nuove opportunità per attività come snorkeling e immersioni».

Pieragnoli spiega inoltre che il progetto «dovrebbe coinvolgere diversi partner, tra cui Regione Toscana, Capitaneria di Porto, Comune di San Vincenzo, cooperative di pescatori, università e aziende specializzate nel trattamento dei rifiuti organici». Anche perché comprende diverse fasi. Si va dalla raccolta e l’analisi degli scarti, alla sperimentazione delle tecnologie di riutilizzo. Fino all’implementazione operativa con la creazione di partnership strategiche. «Un investimento iniziale sarà necessario, nell’ottica di portare benefici duraturi all’ambiente e all’economia locale. E Confcommercio Livorno si impegna a portare avanti questa iniziativa con determinazione – conclude Pieragnoli – nella convinzione che un approccio sostenibile alla gestione delle risorse marine possa tradursi in opportunità concrete per il territorio».
 

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