Il Tirreno

Economia

Gli operatori del porto di Piombino: «Il rigassificatore deve restare, lo scalo rischia il declino»

di Luca Centini

	Il rigassificatore ormeggiato a Piombino
Il rigassificatore ormeggiato a Piombino

Per la prima volta le imprese marittime prendono posizione in difesa dell'impianto Snam: 'Garantisce personale e mezzi h24, senza di esso grave danno al sistema portuale

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PIOMBINO. La politica fa a gara nel dichiararsi contraria al rigassificatore. I comitati vorrebbero vedere la Italis Lng di Snam staccarsi quanto prima dalla banchina della darsena nord. Eppure c’è chi vorrebbe che la nave non mollasse gli ormeggi. Si tratta di coloro che, sul porto, ci lavorano da anni. Sono rimasti in silenzio mentre in città e nel resto del Paese si è spesso alzato il volume del dibattito pubblico. Ma oggi, proprio mentre la discussione sullo spostamento del terminal gas è tornata al centro dell’attenzione, hanno deciso di cambiare strategia. E, forse per la prima volta, hanno assunto una posizione forte. Con un documento condiviso gli operatori del porto Agenzia marittima Mixos Ivo Miele Servizi Marittimi Piombino, Piloti Porto Piombino, Freschi Alessandro & c. Shipping and Forwarding Agency, Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli porto di Piombino, D’Arienzo s.r.l. e Stmp Piombino scendono ufficialmente in campo per chiedere la permanenza sul porto del rigassificatore, nonostante lo stesso commissario straordinario all’opera, Eugenio Giani, abbia firmato un’autorizzazione a tempo, con il terminal obbligato a mollare gli ormeggi nel 2026.

«In questi mesi sono giunti da ogni parte commenti di ogni tipo contro l’installazione del rigassificatore in un primo tempo, e oggi contro la permanenza dello stesso oltre il 2026 – spiegano gli operatori – Coloro che hanno fatto giungere la loro voce critica si sono posti come attenti osservatori e commentatori delle dinamiche, addirittura mondiali, del mercato del gas, senza mai rivolgere la loro attenzione al porto di Piombino che sta lentamente spegnendosi».

I traffici del gas

Gli operatori descrivono un contesto difficile per il porto, caratterizzato da una diminuzione dei traffici. Nonostante questo, la presenza del rigassificatore, ha fatto in modo che i servizi fossero potenziati. «Un esempio? Il principio di incendio registrato sulla Freccia Gialla la scorsa estate. «In questa occasione è stata elogiata la macchina dei soccorsi che si è attivata. Non è stato però adeguatamente evidenziato che gli interventi sono stati così tempestivi ed efficaci solo grazie al presidio di sicurezza perennemente disponibile, rappresentato dai servizi tecnico nautici. In particolare se oggi il porto di Piombino può contare sulla disponibilità h24 di quattro rimorchiatori portuali antincendio è dovuto esclusivamente alla presenza del rigassificatore».

Nell’ultimo anno e mezzo gli operatori del porto di Piombino hanno contribuito attivamente a più di 50 operazioni con navi Lng (metaniere) in sicurezza. «Da più parti è stata fatta invece una narrazione inesatta e forse volutamente incompleta. Spesso è stato usato il termine di “piccolo porto”, con un’accezione negativa, per lo scalo di Piombino, non avendo la conoscenza per comprendere la visione generale della portualità italiana – scrivono gli operatori nel documento – Desideriamo ricordare che il porto di Piombino è tra i primi porti in Italia per numero di passeggeri trasportati, ed è provvisto di un sistema infrastrutturale con banchine di grandi dimensioni, spazi retroportuali importanti, fondali a 20 metri e soprattutto aree di manovre evolutive per navi di grandi dimensioni; inoltre a Piombino è presente un cluster marittimo di primo livello che non si sente affatto da “piccolo porto».

La porta del Gnl

Dal primo gennaio non è più consentito il passaggio del gas russo verso il continente europeo attraverso i metanodotti ucraini, di fatto azzerando l’importazione di metano da Mosca ed eliminando, dalla disponibilità nazionale, circa 5,5 miliardi di metri cubi all’anno. «Appare del tutto evidente – spiegano gli operatori piombinesi – che il gas naturale liquefatto continuerà ad essere sempre più strategico per assicurare le risorse energetiche necessarie all’Italia. Piombino è adesso nella condizione di essere al centro dell’agenda politica nazionale. La riflessione che facciamo è che noi operatori portuali, le nostre aziende ed i nostri lavoratori, non siamo più in grado di aspettare tempi lunghi ma necessitiamo di risposte immediate per continuare a svolgere in modo motivato le nostre attività».

«Spostamento? Un danno»

In caso di spostamento del rigassificatore il porto subirebbe «un grave danno derivante dalla perdita di un traffico essenziale per la sua sopravvivenza». È questo il pensiero di chi sul porto ci lavora. «Anche sotto il profilo occupazionale non è stato posto adeguatamente in risalto l’impatto avvenuto sia sull’indotto (alberghi, ristoranti, taxi, fornitori di beni e servizi), che sugli operatori portuali che hanno potuto mantenere gli organici inalterati e, in alcuni casi, anche incrementarli – spiegano gli operatori – I benefici sono stati decisamente apprezzabili nonostante la congiuntura avversa del settore marittimo mondiale e nonostante una autorizzazione triennale all’esercizio del rigassificatore che non ha offerto un lasso di tempo sufficiente a consentire investimenti in personale e mezzi di lavoro ben più consistenti. Chi ancora oggi patrocina la causa del trasferimento del rigassificatore dovrebbe responsabilmente valutare anche le conseguenze che ne deriverebbero».

«Lasciatelo qua»

Dagli ormeggiatori, fino ai piloti del porto. Tutti sono «sicuri che si aprirebbe una profonda crisi di tenuta di tutto il sistema portuale con gravi ripercussioni anche sul piano occupazionale. Riteniamo che ormai sia giunto il tempo in cui da parte di tutte le istituzioni vi sia un doveroso ripensamento circa la permanenza del rigassificatore a Piombino e ciò anche nel contesto del completamento dell’assetto infrastrutturale previsto dagli accordi di programma per il rilancio dell’intero sistema economico locale. Quando si realizzerà il completamento di importanti opere infrastrutturali ciò costituirà un’indubbia fonte di attrazione per nuovi investitori. La prossimità del rigassificatore potrebbe inoltre offrire vantaggi competitivi alla nuova acciaieria e alle aziende manifatturiere che si potrebbero insediarsi sui nuovi piazzali». Come imprenditori ed operatori portuali – conclude il documento – di fronte a cambiamenti di scenario, soprattutto normativi e quindi cogenti, siamo abituati a cercare soluzioni che evitino contrapposizioni talvolta inconcludenti e quindi, pensando ad uno scenario molto ampio, crediamo estremamente funzionale ed indispensabile al porto e alla sua città la permanenza del rigassificatore a Piombino ben oltre il 2026».  

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