Caso autovelox a Piombino: «Apparecchi illegali». Sindaco e prefetto pronti alla querela
Il presidente di Altvelox ha formalizzato la denuncia contro vari dirigenti pubblici ipotizzando l’omissione di atti d’ufficio, frode processuale, falsità materiale e ideologica in atti pubblici e truffa
PIOMBINO. Dai verbali alle carte bollate. È il passaggio che avviene all’ombra dell’autovelox installato alle porte di Piombino. L’apparecchio, che è in funzione dalla fine di aprile 2023, all’inizio della discesa di viale Unità d’Italia, ha generato polemiche a non finire fin dalla sua messa in attività. La miccia è il ricorso di un associato ad Altvelox, Associazione nazionale tutela utenti della strada, contro una sanzione per la violazione del limite di velocità. Ricorso che è stato respinto dal prefetto di Livorno. Il presidente dell’associazione Gianantonio Sottile Cervini decide quindi di bussare al comando dei carabinieri di Belluno e formalizzare la denuncia, in tutto 103 pagine, a carico di prefetto di Livorno, sindaco di Piombino e vari dirigenti pubblici.
Secondo quanto riportato nelle carte si parla di omissione di atti d’ufficio, frode processuale, falsità materiale e ideologica in atti pubblici e truffa. Accuse pesantissime e particolarmente gravi, al punto che sia il prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi che il sindaco di Piombino Francesco Ferrari sposano una linea condivisa: entrambi presenteranno una denuncia per calunnia a carico del presidente di Altvelox. Ed è un passo che arriva dopo una precedente querela dell’associazione, con argomentazioni e ipotesi di reato analoghe, che non ha avuto seguito giudiziario.
La contestazione
L’Associazione Altvelox sostiene che il Comune di Piombino «persiste a effettuare attività sanzionatoria utilizzando apparecchi elettronici illegali sul viale Unità d’Italia ed altre strade – afferma il presidente Altvelox – , ignorando quanto oramai ha disposto la Corte di cassazione con ben quattro sentenze dal 24 aprile allo scorso 9 ottobre con la ultima pronuncia che ha ribadito ed esteso l’obbligo della omologazione per tutti gli strumenti elettronici di rilevamento, ovvero anche a impianti semaforici e Ztl. Per questo la nostra associazione continua a essere coinvolta da moltissimi utenti che chiedono di predisporre ricorsi». In pratica, per l’associazione è necessario che l’autovelox abbia il decreto di omologazione «in base all’articolo 142 comma 6 del Codice della strada, mentre gli apparati ora in uso, risultano essere muniti di sola determina dirigenziale, rilasciata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che comunque non può consentire l’acquisizione della prova legale».
Il prefetto di Livorno sostiene Altvelox «ha recentemente respinto il ricorso di un nostro associato e tutelato in quanto a suo dire omologazione e approvazione sono equivalenti, ovvero l’esatto contrario delle sentenze della Cassazione e questo per un dirigente che rappresenta il governo è gravissimo, significa calpestare le fonti di diritto anche se le ordinanze della Cassazione non fanno giurisprudenza non possono essere ignorate». Il presidente dell’associazione ha così deciso di affidare il «compito alla autorità giudiziaria di valutare se il prefetto abbia agito correttamente o con pregiudizio come invece pensiamo noi».
La replica
«Si lanciano accuse che mi rendono perplesso – dice il prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi –. Una ordinanza della Cassazione non è una fonte del diritto, non fa stato, ma esprime un orientamento che semmai dovranno essere le amministrazioni centrali a valutare. Respingo tutte le accuse e visto il tipo di reati di cui l’associazione mi ritiene colpevole sto valutando se presentare una controquerela per diffamazione». Che conclude: «Nel caso specifico il tasso di incidentalità è evidente che è diminuito radicalmente e quello è un autovelox che fa solo del bene per la sicurezza della comunità».
Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari ha già deciso. «Constato che è stato presentato un ricorso al prefetto che ha ritenuto vi fossero gli elementi per respingerlo. E così l’associazione torna a denunciare tutti. Ma denunciare un prefetto è come denunciare un giudice perché non si condivide la decisione. Provo a restarne fuori, com’è pensabile che il prefetto o il comandante della polizia municipale facciano un atto per trarne un ingiusto profitto? È calunnioso, quale profitto potrebbero mai trarne? Quell’autovelox è regolare a nostro giudizio, il prefetto lo conferma, e quella collocazione è utile per evitare incidenti stradali». Che conclude: «Con le querele non si scherza, e men che meno quelle che muovono accuse per reati particolarmente gravi. Mi sono determinato a denunciare per calunnia l’associazione, così risponderanno delle loro azioni davanti a un giudice penale».
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