Il Tirreno

Il caso

Piombino, sul rigassificatore linea condivisa: ormeggio in porto a scadenza

di Manolo Morandini
Piombino, sul rigassificatore linea condivisa: ormeggio in porto a scadenza

Ferrari: «Sul termine del 2026 c’è anche una sentenza del Tar»

31 ottobre 2024
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PIOMBINO. Le indicazioni si sprecano. È la politica tutta a sbracciarsi per tracciare la rotta del rigassificatore Italis Lng, che dalla primavera del 2023 è ormeggiato alla banchina est della darsena nord del porto di Piombino. La bussola sembra aver smarrito il progetto per il trasferimento nel 2026 al largo di Vado Ligure (Savona). Nessuno nel centrodestra come nel centrosinistra ligure ce lo vuole. Il tema che è tornato di grande attualità nelle settimane della campagna elettorale per le regionali ora trova un punto fermo nella posizione del neo presidente Marco Bucci, eletto in quota centrodestra.

«Capisco la posizione del neo eletto presidente Bucci, al quale vanno le mie sincere congratulazioni –, dice il sindaco di Piombino Francesco Ferrari – ma la situazione non può essere guardata esclusivamente dal punto di vista delle risorse economiche necessarie». Tra le argomentazioni di Bucci c’è la spesa di 450 milioni per il collegamento alla rete nazionale di distribuzione del gas. «Il rigassificatore ha l’autorizzazione a rimanere nel porto di Piombino per tre anni, ovvero fino al 2026, non un minuto di più – sottolinea Ferrari –. A sostegno di questo c’è anche una sentenza del Tar. Il porto di Piombino non è il posto adatto a un impianto simile, trascorsi i tre anni dovrà andare via».

In soccorso di Ferrari interviene il capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio regionale toscano Vittorio Fantozzi. «Il rigassificatore dovrà lasciare Piombino tra un anno e mezzo come da accordi presi e come previsto dal decreto ministeriale del 3 maggio 2023 – sottolinea –. Siamo certi che il governo onorerà gli impegni perché consapevole di quanto la città abbia già dato per la nazione e del fatto che il porto debba proseguire nel progetto di sviluppo voluto dal sindaco Ferrari. Il neogovernatore Bucci fa semplicemente il suo “mestiere”. Ricordo al presidente Giani che anche Orlando ha la medesima posizione del neopresidente ligure». Il presidente della Toscana Eugenio Giani lo ripete da tempo: «Al governo sarà chiesto, dopo i tre anni, dove andrà il rigassificatore oggi a Piombino, perché l’autorizzazione ce l’ha per tre anni. Bucci è stato eletto ministro o governatore della Liguria?».

Nel dibattito s’inserisce il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo: «Il governo capisco che abbia problemi al suo interno. C’è un presidente di regione, appena eletto, Bucci, che dice no alla Liguria. A scegliere sarà il governo. Noi abbiamo un accordo che dura tre anni. La nostra parte l’abbiamo fatta». Che aggiunge: «In Italia siamo la regione che produce più energia alternativa, e penso alla geotermia. Noi sappiamo che la strada è quella di invertire la produzione, di puntare sulle rinnovabili. C’è stato un momento di crisi in Europa, anche per la guerra tra Ucraina e Russia. E noi abbiamo dato una mano al Paese. Ora il Governo scelga qual è la collocazione migliore».


 

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