Il Tirreno

Il racconto

Sbarcano a Miami, ma c’è l’uragano: la vacanza di due giovani di Venturina dura mezza giornata

di Luca Balestri

	Riccardo Forconi e Matilde Niccolai, e Miami spettrale in attesa dell’arrivo dell’uragano Milton che in queste ore sta seminando il panico e compiendo danni e vittime
Riccardo Forconi e Matilde Niccolai, e Miami spettrale in attesa dell’arrivo dell’uragano Milton che in queste ore sta seminando il panico e compiendo danni e vittime

Il viaggio surreale di Riccardo e Matilde nella Florida spettrale in attesa di Milton: «Eravamo stati rassicurati, ma quando siamo arrivati all’aeroporto sembrava d’essere a Silent Hill»

13 ottobre 2024
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VENTURINA. Odissea in Florida. Potrebbe essere questo il titolo della (dis)avventura che il ventisettenne Riccardo Forconi e la ventiquattrenne Matilde Niccolai, coppia di Venturina, ha attraversato questa settimana. Arrivati alle tanto attese ferie, al viaggio negli Usa, più di qualcosa è andato storto. Causa: l’uragano Milton che ha colpito lo stato statunitense affacciato sull’Atlantico.

«Ogni anno prendiamo due settimane di ferie da passare in America. L’anno scorso siamo stati a Los Angeles, San Francisco e Las Vegas, e quest’anno volevamo andare in Florida e alle Bahamas», raccontano i due superstiti. «Ma quest’anno non siamo riusciti a visitare niente. Abbiamo passato solo mezza giornata a Miami Beach, prima di tornare in Italia».

Partiti lunedì dall’aeroporto di Roma, attraverso uno scalo a Madrid, la coppia è volata verso la Florida. Diverse le città del Sunshine State che i due avrebbero voluto visitare: non solo Miami, ma anche Orlando, Tampa, Key West e Fort Meyers, oltre a qualche giorno alle Bahamas. «Già una settimana prima del nostro arrivo era passato l’uragano Helene. Ma eravamo stati rassicurati, dalla nostra agenzia, che si potesse partire – raccontano – . Ma quando siamo arrivati all’aeroporto sembrava d’essere a Silent Hill».

La prima sera che i due sono usciti c’erano pochissime persone in giro per Miami, le strade erano deserte, e in città c’erano soprattutto le auto della polizia. «Il primo giorno abbiamo fatto una passeggiata, ma eravamo stanchi e siamo tornati presto in albergo – dice Forconi –. Scrollando il cellulare mi è apparsa la notizia dell’imminente arrivo di un uragano, che dal Golfo del Messico stava arrivando in Florida». Per i due non c’è stata altra sensazione che quella del panico. «Appena ho visto la notizia ci siamo informati e abbiamo visto che lo stato della Florida aveva emanato lo stato di emergenza, già due giorni prima del nostro arrivo», continua il ragazzo. «Ci siamo spaventati: la sindaca di Tampa aveva detto che senza evacuare le persone sarebbero morte, e per Biden si trattava dell’uragano più forte degli ultimi cent’anni».

A saperlo prima, la coppia non sarebbe partita. «La nostra agenzia in Italia ha fatto da intermediario con il tour operator americano. Proprio per stare tranquilli non abbiamo organizzato il viaggio da soli». La falla dov’è stata quindi? «In Italia l’agenzia ci ha detto che doveva essere il tour operator di Miami a contattarci – raccontano – . Ma forse se lo stato d’emergenza non fosse stato dichiarato di sabato, ma in un giorno in cui l’agenzia italiana era aperta, avremmo potuto conoscere la situazione, e quindi non partire». Appena vista la notizia, i due hanno deciso di tornare subito in Italia, per non rischiare di fronte all’uragano Milton. Ma dopo la delusione del viaggio perso, la fatica del rientro in Italia. «La mattina del giorno dopo l’arrivo abbiamo chiamato l’agenzia, spiegando tutto. C’hanno procurato un biglietto di ritorno per il giorno stesso, alle 19,40», il racconto. Dopo mezza giornata a Miami, i due compagni son quindi andati verso l’aeroporto. Ma oltre al danno, la beffa: «Dopo essere stati fermi due ore sull’aereo, ci hanno fatto scendere. Hanno rimandato il volo alle 9,30 della mattina dopo. Per legge, avrebbero dovuto fornirci un voucher per la cena e un pernottamento – spiegano –. Ma c’hanno detto che gli hotel erano tutti pieni, quindi ne abbiamo dovuto cercare uno noi, e sborsare altri duecento euro per una notte. Per non passare quattordici ore in aeroporto». Il volo previsto era diretto a Londra, e in seconda tappa a Roma. Ma arrivati la mattina in aeroporto, la direzione era cambiata, come anche l’orario. «Alla fine siamo partiti per Chicago a mezzogiorno, e da lì abbiamo volato verso Roma. La tratta verso Chicago è stata turbolenta, ma abbastanza tranquilla». Forconi e Niccolai hanno avviato le pratiche per essere rimborsati, anche se non riavranno tutti i soldi indietro: «I biglietti per Disney World e per gli Universal Studios, in tutto mille euro, li abbiamo presi da soli, quindi avremo i soldi indietro».

Per loro la Florida rimane un sogno. «Per i prossimi viaggi controlleremo meglio. Intanto in queste ferie faremo un fine settimana a Parigi», ridono.  

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