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Elba, la strada per la spiaggia scompare e si scopre una lunga scia di abusi (anche clamorosi)

di Luca Centini

	Il cantiere sulla spiaggia delle Fornacelle di Cavo
Il cantiere sulla spiaggia delle Fornacelle di Cavo

Lo stop al cantiere indetto dal sindaco Corsini non ha placato le polemiche. Ma alcuni elementi di questa vicenda sono surreali. Domenica la protesta dei cittadini

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CAVO. La chiamata a raccolta è per le 10,15 di domenica. Proprio sulla spiaggia che, ormai da giorni, è finita al centro delle polemiche. «Stop ai soprusi e libero accesso al mare». È il messaggio che il gruppo di cittadini di Cavo ha lanciato in queste ore. L’obiettivo è chiaro: alzare il livello della protesta proprio ora che le ruspe, in seguito all’ordinanza firmata dal sindaco di Rio Marco Corsini, si sono fermate.

Strada, suore e abusi edilizi

Le immagini del cantiere a Cala del Telegrafo, con una strada scomparsa e una Fiat Panda come sospesa a un passo dal vuoto, sono diventate virali sui social. In realtà sono solo la punta di un iceberg, lo stadio finale di una vicenda di abusivismo edilizio storico e di lassismo della politica ormai stratificato negli anni che, di fatto, ha lasciato campo a uno scontro tra privati che dalle sedi dei tribunali ha varcato il confine dell’opinione pubblica.

Alcuni elementi della storia sono persino surreali: dalle strutture abusive a due passi dal mare da trasformare in centro religioso estivo e di proprietà all’istituto delle suore salesiane, fino alla strada carrabile che conduce fino al mare, praticamente scomparsa. Una strada che passa sopra un fosso interrato nei primi anni Novanta e il cui uso pubblico, dato per scontato dai chi frequenta la spiaggia, non è mai stato dichiarato in maniera definitiva dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo.

Il cantiere e i disagi

Una pentola a pressione, che si è definitivamente scoperchiata, dopo che i privati proprietari dell’immobile hanno avviato i lavori per la messa in sicurezza idraulica della sponda sinistra del fosso. I lavori, infatti, hanno comportato la sparizione della parte finale della strada che, dalla Provinciale conduce fino alla spiaggia e viene percorsa anche dalle auto. Oggi è praticamente impossibile raggiungere la spiaggia su cui insistono abitazioni private e un ristorante, che in questi anni ha ingaggiato una battaglia giudiziaria contro i privati proprietari del complesso. Per coloro che hanno messo in piedi l’iniziativa di protesta aver reso impraticabile la strada mette a serio rischio chi abita queste zone e chi abitualmente frequenta il locale. Come fanno i mezzi di soccorso, ad esempio, a raggiungere queste case?

Facciamo un passo indietro

L’ intervento riguardante la messa in sicurezza di un tratto di superficie demaniale è stato autorizzato dal Comune e dagli altri enti coinvolti nell’istruttoria (Genio Civile, Capitaneria di Porto e Comune). Ma poi, qualcosa, a giudicare dalle immagini, non è andato per il verso giusto. Tanto che Marco Corsini, a scopo precauzionale, ha deciso di sospendere i lavori, in modo da compiere tutti gli accertamenti sulla vicenda. Nel frattempo il volume della protesta si è alzato, con i fruitori della spiaggia delle Fornacelle che invocano il diritto ad accedere all’arenile. Nell’ordinanza che sanciva il via libera ai lavori, infatti, veniva specificato «di provvedere a porre adeguata segnaletica informativa dello svolgimento dei lavori e della relativa occupazione delimitando debitamente le aree occupate; di lasciare libera una fascia larga almeno 5 metri dalla linea di riva; di non interferire con l’accessibilità dell’arenile; di provvedere alla rimozione delle attrezzature da cantiere e alla pulizia delle aree al termine dell’ordinanza».

La protesta di domenica

Alla manifestazione di domenica è stata invitata Legambiente Arcipelago toscano che, sulla vicenda, è intervenuta chiedendo delucidazioni sia al Comune di Rio che al Parco.

Il Comune al momento non ha risposto, mentre il Parco ha inviato una nota con una ricostruzione capillare dei nullaosta concessi e negati negli anni, una sorta di radiografia di una vicenda di abusivismo storico, che coinvolge numerosi manufatti sulla spiaggia , attribuibili alla stessa proprietà, in parte sanati e in parte no. «Quello che chiediamo - sostiene Umberto Mazzantini, storico responsabile del Cigno Verde per le isole minori - è che si metta in piedi un tavolo nel quale sia affrontata la questione, che ormai si è trasformata in uno scontro tra privati. Non solo. Si prenda spunto dalle Fornacelle per affrontare le altre criticità: la spiaggia del Direttore, per fare un esempio, è un altro caso di spiagge in gabbia». «Sabato scorso abbiamo cercato di accedere alla spiaggia incontrando non pochi ostacoli dovuti a non ben identificabili lavori di privati che, omettendo l’opportuna segnaletica, hanno disatteso le indicazioni dell’ufficio tecnico del Comune di Rio che imponevano tutta una serie di attenzioni - spiegano da Italia Nostra - siamo dunque ancora una volta di fronte ad una situazione di emergenza che impone un approccio sistemico a questa cattiva abitudine sulla quale le Istituzioni hanno spesso derogato trincerandosi spesso ai confini delle singole e rispettive competenze. È necessario invece agire immediatamente. Si indichi una Conferenza dei servizi tra gli enti e i privati coinvolti, si invitino le associazioni e si cerchino le soluzioni di sostenibilità e fruizione di un bene pubblico sulla base di una necessaria partecipazione democratica».

L’idea dei manifestanti è quella di trovarsi sulla spiaggia delle Fornacelle per dare il via a una manifestazione pacifica di protesta che potrebbe concludersi con un sit-.in di fronte alla sede del Comune di Rio.

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