Il Tirreno

Il caso

Elba, resta avvolto nel mistero il cadavere nel bosco di Lacona: l’ipotesi principale sull'identità

di Gabriele Buffoni

	ll carro funebre mentre porta via il corpo senza vita trovato (foto Giò Di Stefano)
ll carro funebre mentre porta via il corpo senza vita trovato (foto Giò Di Stefano)

Primo esame sulla salma: martedì l’autopsia. Intanto sono state sospese le ricerche dell’aiuto cuoco Francesco Marchesani

14 settembre 2024
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CAPOLIVERI. Resta avvolto nel mistero il cadavere ritrovato nel pomeriggio di giovedì nella boscaglia dietro la chiesina della Madonna della Neve, a Lacona, in località Buca di Bomba. Non si conosce la causa della morte. Ignota anche l’identità. Nonostante infatti un primo tentativo di riconoscimento effettuato ieri mattina alla presenza della famiglia di Francesco Marchesani – il 41enne aiuto-cuoco fiorentino scomparso da venerdì scorso dall’hotel Il Giardino di Lacona (dove lavorava e pernottava per la stagione) – non è stato possibile giungere ancora a un’identificazione.

Troppo avanzato lo stato di decomposizione del cadavere perché anche i famigliari del 41enne potessero riconoscere in quel corpo i tratti distintivi del loro caro scomparso. Che, ad oggi, resta quindi ancora formalmente irrintracciabile. Per questo la Procura di Livorno ha previsto l’esame del Dna e tutti gli ulteriori accertamenti utili – compreso quello sull’analisi delle impronte digitali – a dare un’identità a un cadavere a oggi ancora senza nome.

L’analisi sul cadavere

Ieri mattina intorno alle 9 il dottor Andrea Scatena, medico legale incaricato dalla Procura per gli accertamenti sul corpo, si è presentato nella sala mortuaria del cimitero di Piombino. Qui la salma è stata portata alle prime ore del mattino dagli addetti dell’impresa funebre Marano che ne hanno curato il trasferimento dall’isola d’Elba. L’obiettivo del medico legale era intanto effettuare una prima analisi esterna e più approfondita sulla salma: un esame esplorativo e non invasivo del corpo che tuttavia non ha permesso di ricavare molte più informazioni rispetto a quelle che gli iniziali rilievi eseguiti sul posto dai carabinieri di Capoliveri avevano già permesso di ottenere.

Un primo elemento utile alle indagini è la data del decesso. Secondo una prima ipotesi avanzata dopo l’esame esterno di ieri mattina, la morte sarebbe riconducibile a circa tre giorni prima del ritrovamento (quindi a ridosso di lunedì 9 settembre). Per il medico legale è stato inoltre possibile appurare – per quanto ancora in via del tutto preliminare – la mancanza di segnali distintivi di una morte violenta: su questo elemento però è doveroso procedere con tutte le cautele del caso, in quanto lo stato di decomposizione del corpo non ha permesso di averne ancora la totale certezza. Per ottenerla bisognerà attendere l’esito dell’autopsia che il pm di turno Giuseppe Rizzo, incaricato delle indagini in seguito al ritrovamento del corpo a Lacona, non ha esitato a disporre: l’esame si terrà nella mattinata di martedì.

Solo dopo quest’analisi approfondita si potrà ottenere la conferma su cosa abbia provocato in via definitiva il decesso. E quindi avere un quadro più completo e preciso di cosa è accaduto davvero in quell’angolo di boscaglia – una specie di fitto roveto a una manciata di metri dal sentiero che dalla chiesina della Madonna della Neve conduce fino a Buca di Bomba – dove giovedì i vigili del fuoco e i carabinieri intenti nelle ricerche di Marchesani hanno fatto la macabra scoperta.

Ricerche sospese

Nel frattempo però la Prefettura di Livorno ha disposto la sospensione temporanea delle ricerche per ritrovare il 41enne fiorentino scomparso. Per quanto l’identificazione del corpo non sia infatti ancora confermata – la Procura sta procedendo con il massimo riserbo con tutte le verifiche necessarie: oltre al Dna, come anticipato, si tenterà di comparare le impronte digitali ricavabili dal cadavere con le tracce ritrovate sui beni di Marchesani lasciati nella stanza dove pernottava – e gli inquirenti stiano ancora cercando di capire dove sia finito il cellulare del 41enne (che non è stato ritrovato neppure vicino al cadavere rinvenuto a Lacona), alcuni elementi preliminari finora raccolti fanno propendere verso la concreta possibilità che la salma sia proprio quella dell’aiuto-cuoco fiorentino. Per questo le squadre che negli ultimi giorni pattugliavano l’Elba sulle sue tracce sono state fermate, pronte a riprendere qualora venisse smentito qualunque tipo di correlazione.

Tra questi elementi di congruenza ci sarebbe il fatto che il corpo è stato rinvenuto con solo dei pantaloncini addosso: un abbigliamento informale, “da camera”, che combacerebbe con quello fornito alle squadre di ricerca (pantaloncini e ciabattine). Non solo: anche la corporatura del cadavere potrebbe essere compatibile con quella del 41enne scomparso. E la data presunta della morte – il 9 settembre – coinciderebbe con quello che è stato ritenuto l’avvistamento “chiave” per concentrare le ricerche nell’entroterra laconese: un incontro di pochi istanti che Marchesani avrebbe avuto con un ciclista di passaggio a cui avrebbe chiesto dell’acqua prima di separarsi. E far perdere definitivamente le sue tracce per giorni interi. 

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