Il Tirreno

Paura in mare

Incendio sul traghetto a Piombino: le fiamme, l’allarme, la paura e i soccorsi. Il racconto della giornata a bordo – Video

di Gabriele Buffoni

	La nave dall’alto con gli scivoli calati (foto Guardia di finanza)
La nave dall’alto con gli scivoli calati (foto Guardia di finanza)

Tutti i passeggeri sono stati trasferiti sul ponte superiore per evitare di respirare il fumo: tratto in salvo anche un disabile

20 agosto 2024
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PIOMBINO. Fiamme in mezzo al mare. Un incubo che per ore ha tenuto inchiodate quasi 300 persone (276 passeggeri e 17 membri dell’equipaggio) a bordo del traghetto Corsica Express Three partito alle 15,15 del 20 agosto dal porto di Piombino e diretto a Portoferraio, sull’isola d’Elba. Ma la paura è rimasta confinata negli sguardi spauriti dei passeggeri, e il panico che con grande facilità avrebbe potuto farla da padrone è stato soffocato sul nascere dalla gestione dell’emergenza operata prima dall’equipaggio e poi da tutto il coordinamento dei soccorsi una volta che la nave è stata ricondotta in porto. Dove sono state avviate le procedure di evacuazione e messa in sicurezza dell’imbarcazione, completate con la riapertura del portellone di carico della stiva del traghetto pochi minuti prima delle 19.

Paura sul “giallone”

Tutto avviene in una manciata di minuti. Il Corsica Express Three lascia come da programma il porto di Piombino alle 15,15: con sé ha 276 passeggeri, oltre a tutto l’equipaggio. E la stiva è come ogni giorno piena di auto. La nave supera in questo modo l’area di competenza del porto e inizia la traversata verso Portoferraio. Poi, quando l’imbarcazione si trova all’altezza dell’isolotto di Palmaiola, in una delle sale macchine a poppa scoppia il caos. Qualcosa va storto – sulle cause i vigili del fuoco svolgeranno nei prossimi giorni tutti gli accertamenti più opportuni – e dai macchinari iniziano a divampare le fiamme. Il principio d’incendio si trasforma in brevissimo tempo in un rogo, l’intera area viene invasa dal fumo. Che dalla parte più bassa del traghetto risale fino al ponte inferiore.

È quello dove la maggior parte dei passeggeri sono seduti, approfittando dei divanetti, in attesa che il viaggio iniziato da poco meno di mezz’ora termini portandoli a destinazione sull’isola: tanti sono i turisti, ma molti sono anche i pendolari che quella nave – affettuosamente chiamata da piombinesi e isolani “il giallone” – la conoscono bene. C’è chi sonnecchia, chi passa il tempo guardando fuori dalle vetrate. Ma la spensieratezza della traversata viene spazzata via dall’odore acre che sale dalle profondità della nave. La paura inizia a serpeggiare, alimentata dall’allarme che scatta in tutta la nave. I bambini più piccoli non capiscono, scoppiano a piangere. Ma anche qualche adulto è a un passo dal cedere alla disperazione: qualcuno ha un attacco di panico, il terrore di restare intrappolati in una nave in fiamme nel mezzo del mare fa breccia anche negli animi più saldi. A evitare il panico però ci pensa l’equipaggio: gli addetti danno indicazioni chiare, indicano a tutti di salire sul ponte superiore (quello aperto) e di lasciar perdere bagagli e auto. La priorità è tornare in porto. E non respirare quel fumo.

La macchina dei soccorsi

Il comandante del traghetto intanto attiva la procedura di emergenza: evacuata la sala macchine, la chiude a tenuta stagna e scarica nei locali un getto di anidride carbonica. È il primo passo per contenere l’avanzata dell’incendio. Non basta a spegnerlo, ma risulta determinante per poter tornare in porto anche se la diretta conseguenza è il blackout immediato dei macchinari.

Codice: maxi-emergenza

Sono le 15,40. È in questo momento che alla capitaneria di porto di Piombino arriva la richiesta di soccorso dalla nave che fa immediatamente scattare l’allerta di codice 1: significa maxi-emergenza. E la macchina dei soccorsi si mette in moto. Il porto in pochi minuti si trasforma: i traghetti in ingresso vengono ritardati, lo spazio di manovra è tutto per il Corsica Express Three che, aiutato dai rimorchiatori, riesce a ormeggiarsi al molo 2 mentre il fumo nero risale dalla fiancata destra della nave. Sul posto arrivano i vigili del fuoco del comando di Livorno e di Grosseto (intervenuti con 3 squadre, 3 autoscale e 2 carri aria, il personale dei nuclei sommozzatori di Livorno e Grosseto e con l'elicottero Drago del reparto volo dei vigili del fuoco di Cecina), il personale della Capitaneria e dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale per coordinare le manovre, cinque ambulanze e il personale di carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza (a sua volta intervenuta con un elicottero e due unità navali).

La priorità è l’evacuazione dei passeggeri: visto che la nave è in blackout vengono così attivati i Mes (Mass Evacuation System), ovvero gli scivoli con zattere gonfiabili alle basi, a cui si affiancano le motovedette della guardia costiera e le imbarcazioni di piloti, ormeggiatori e rimorchiatori del porto per trasportare sulla terraferma le quasi 300 persone a bordo. Cinquantuno di queste vengono portate a terra con l’autoscala dei vigili del fuoco, tra cui una persona disabile. Solo una volta svuotata la nave – i passeggeri sono stati accolti alla stazione marittima e lì assistiti con acqua e viveri – i pompieri si attivano per liberare dal fumo la sala macchine e infine riattivare il sistema elettrico per aprire il portellone di carico della stiva. Permettendo così ai passeggeri (uno alla volta) di ritirare in serata i propri veicoli. Nessuno è rimasto ferito in maniera grave: un uomo ha avuto un attacco di panico e un altro ha riportato lievi escoriazioni nella discesa dallo scivolo, una donna ha riportato un’ustione da sfregamento sullo scivolo ed è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Piombino.

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