Il Tirreno

in cava si muore

Muore alle cave col camion che precipita in un dirupo

Campiglia, ottobre 2006. Fabrizio Bibbiani ha perso il controllo del mezzo che è volato per oltre 50 metri prima di ricadere ribaltato in terra

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CAMPIGLIA. Di lavoro si continua ancora a morire. Fabrizio Bibbiani, autista di 47 anni, è stato vittima di un incidente - nel primo pomeriggio di ieri - mentre si trovava alla guida di un grosso dumper precipitato in una scarpata. È successo a fine turno, all’interno della Cava di Campiglia. Bibbiani, nato a Carpi nel 1959, viveva a Piombino con la moglie Rita Bozzi ed il figlio Giacomo di 16 anni in un apartamento in via De Sanctis. Erano circa le 13,30. Fabrizio stava facendo l’ultimo viaggio del suo servizio di mattina, per poi staccare e tornare a casa. Come sempre alla guida del suo dumper: si tratta di un mezzo alto quasi quattro metri, le sole ruote motrici hanno un diametro di due metri ed è largo quasi tre, che viene costruito dalla Caterpillar appositamente per i trasporti in cava.

A completo carico Bibbiani ha affrontato in ripida discesa un tornante. Non è riuscito a proseguire per la strada, finendo lungo la scarpata. Dopo una folle corsa fra gli arbusti ed i massi presenti lungo il pendio il mezzo si è rovesciato, terminando la sua corsa una cinquantina di metri sotto la strada. Il conducente era stato sbalzato fuori della cabina prima che il mezzo si ribaltasse. Immediati sono stati i soccorsi: sul posto i compagni di lavoro, poi la Croce rossa di San Vincenzo (un’ambulanza col medico a bordo).

All’arrivo del dottore, Fabrizio era ancora vivo, anche se in condizioni gravissime. È arrivato anche l’elicottero Pegaso 3, che poi è ripartito senza poter seguire le procedure per il trasferimento. I compagni di lavoro si aggiravano inquieti lungo la strada dalla quale era uscito il mezzo e osservavano la scena nutrendo ancora la speranza che Fabrizio potesse farcela. Disperazione e rabbia quando si sono resi conto che ormai l’amico era morto.

Il drammatico incidente è avvenuto - come detto - nella Cava di Campiglia che si trova all’interno del perimetro del Parco di San Silvestro. Sulla strada che fiancheggia la parte nord della Rocca, ad un livello superiore rispetto a Villa Lanzi. Si tratta della via dove il panorama è bellissimo sul castello, su San Vincenzo ed il mare, che sale ripida con numerosi tornanti fino alla vetta del monte Calvi (dove le escavazioni ne hanno ormai raggiunto la vetta). Il materiale viene estratto usando delle mine, poi viene caricato dai dumper e portato percorrendo una strada ripida e polverosa alle tramogge per essere frantumato. Della scorsa estate la forte polemica scoppiata dopo che, proprio durante un’esplosione, dei sassi sono caduti su alcuni visitatori della Rocca, controversia sull’uso della zona che si è tutt’altro che esaurita.

Il direttore della Cava di Campiglia sostiene che il mezzo usato dal Bibbiani aveva solo sei mesi di vita ed aveva avuto i previsti interventi di manutenzione. Non si avanza nessuna ipotesi riguardo a quelle che sarebbero state le cause dell’incidente sui quali stanno ingadando i carabinieri. Nessuno esclude comunque le possibilità di un guasto tecnico, un eventuale malore del conducente o anche ad un errore facilitato dalla stanchezza (era l’ultimo viaggio). C’è persino qualche collega che parla della possibilità che l’autista possa essere stato abbagliato dal sole che e che in quel punto e in quell’ora batte proprio in fronte a chi scende dalla montagna. La salma di Fabrizio Bibbiani stata ricomposta alle camere mortuarie dell’ospedale di Piombino, in attesa del nellaosta del magistrato che potre ordinare un’autopsia.
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