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Pescia, morì in cartiera travolto dal muletto: il giudice assolve i due imputati


	La vittima, Sandro Maltagliati e i rilievi e i soccorsi dopo l'incidente (foto Nucci)
La vittima, Sandro Maltagliati e i rilievi e i soccorsi dopo l'incidente (foto Nucci)

Sandro Maltagliati aveva 57 anni. Il tragico incidente il 9 febbraio 2022

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PESCIA. Assolti per non aver commesso il fatto. La responsabilità per la morte di Sandro Maltagliati, travolto dal muletto guidato da un collega il 9 febbraio 2022 nel piazzale della cartiera Panigada di Lanciole dove lavorava da anni, non è da attribuire né a Stefano Panigada (63enne di Montecatini) amministratore unico della cartiera, né a Francesco Pascucci (78 anni di Serravalle Pistoiese) all’epoca delegato alla sicurezza, che erano accusati di omicidio colposo.

È quanto stabilito ieri dalla sentenza del giudice del tribunale di Pistoia Alessandro Buzzegoli, che ha accolto la tesi difensiva degli avvocati dei due imputati: per Panigada Fabio Celli e Federico Rosellini e per Pascucci Fausto Malucchi e Riccardo Di Bisceglie, ieri sostituito da Alessandra Maltinti. E cioè che entrambi, nelle rispettive funzioni - contrariamente a quanto sostenuto dall’accusa, col pubblico ministero Chiara Contesini che all’udienza di discussione di alcune settimane fa ne aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione - avessero adottato le precauzioni di sicurezza necessarie per evitare il fatto.

Sotto accusa, sempre per omicidio colposo, c’era anche un terzo imputato, Giuseppe Liometti (64enne di Pescia), che quel giorno investì Maltagliati alla guida del carrello elevatore e che è uscito dal processo patteggiando la pena a un anno e quattro mesi, mentre la famiglia di Maltagliati è stata risarcita e pertanto non si è costituita parte civile. Sandro Maltagliati aveva 57 anni, era uno storico dipendente della cartiera e stava per raggiungere il traguardo della pensione. Da oltre 20 anni presiedeva il circolo Arci di Vellano, che oggi gli è intitolato. La sua comunità non ha mai smesso di ricordarlo con affetto, anche per l’attaccamento al territorio che aveva dimostrato più volte, portando avanti diverse battaglie.

Quel giorno di tre anni fa stava lavorando nel piazzale della cartiera quando il collega, non accortosi della sua presenza, lo travolse col muletto. Nonostante il prodigarsi dei soccorritori, per Maltagliati non ci fu nulla da fare, di fronte alle gravissime lesioni addominali che sfociarono in una fatale emorragia interna. L’accusa ai danni di Liometti era di non aver adottato le misure di sicurezza previste dall’uso del carrello elevatore: avrebbe dovuto procedere nel piazzale in retromarcia anziché a marcia in avanti, per evitare che il carico trasportato ostruisse la visuale.

Il coinvolgimento di Panigada e Pascucci si è legato alle posizioni di responsabilità da loro ricoperte, in quanto avrebbero dovuto garantire il corretto utilizzo dei mezzi e organizzare il lavoro nei piazzali di carico e scarico delle merci, evitando l’insorgere di qualsiasi pericolo per i pedoni. I difensori hanno obiettato che avendo percorso a marcia in avanti decine di metri prima di investire Maltagliati, il carico del muletto non ostruisse totalmente la visibilità del conducente. Inoltre, hanno documentato come i due accusati si adoperassero continuamente per garantire adeguati livelli di sicurezza. Non ravvedendo prove di responsabilità al di là di ogni ragionevole dubbio, il giudice ha aderito a quest’ultima impostazione e ha assolto i due imputati.


 

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