Il Tirreno

Montecatini

L’operazione

Montecatini, casa della associazioni al mercato coperto contro l’abbandono del gioiello Liberty

di Luca Signorini
Le diverse saracinesche abbassate sul lato di via Leoncavallo e i fondi occupati dalle sedi delle tre associazioni presenti
Le diverse saracinesche abbassate sul lato di via Leoncavallo e i fondi occupati dalle sedi delle tre associazioni presenti

Il Comune pensa a un bando per assegnare sei fondi vuoti sul lato di via Leoncavallo

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MONTECATINI. Il silenzio spettrale dentro il gioiello Liberty è uno schiaffo alla storia della città e al suo patrimonio lasciato a marcire. Contro la tristezza e l’abbandono del mercato coperto, un tempo brulicante adesso desolato, l’amministrazione tenta la mossa della disperazione non intravedendo valide alternative sulla strada di un rilancio che più il tempo passa più sembra complesso. Per evitare che si trasformi in macerie.

L’operazione è quella di provare ad affidare almeno una parte dei fondi vuoti alle associazioni di volontariato e agli enti del terzo settore che si dimostreranno interessati, il contratto sarà valido due anni poi si vedrà. Naturalmente gratis, chi se li accolla sennò. È questo il senso dell’avvio di una procedura ad evidenza pubblica per assegnare gli spazi ora con le saracinesche verdi abbassate che si affacciano sul lato di via Leoncavallo, sulla sinistra dell’ingresso da via Mazzini.

Sono nove ex botteghe in tutto, tre di queste già occupate (ci sono le insegne sul muro esterno e anche sulla cancellata perimetrale): hanno qui la loro sede il gruppo territoriale dell’Associazione nazionale polizia, la sezione di Montecatini dell’Associazione nazionale carabinieri, e il Nucleo operativo radioemergenza, che fa parte del corpo di Protezione civile comunale.

Sei fondi dunque sono da assegnare per essere almeno recuperati: in cambio dell’affitto pari a zero, il Comune chiede alle associazioni il solo pagamento delle spese di gestione e delle utenze, ci penserà viale Verdi all’adeguamento degli spazi se serve e alla manutenzione ordinaria e straordinaria.

L’obiettivo si diceva è quello di collocare al mercato coperto «un importante presidio di legalità e decoro»; ma anche garantire al mercato coperto un fondamentale freno «alle probabili conseguenze di un prolungato inutilizzo in termini di degrado urbano e peggioramento dello stato conservativo e manutentivo dell’immobile».

Se sembra ancora lontano un ampio progetto di recupero e di riqualificazione della struttura nel suo complesso, il municipio si limita a un passettino senza strafare, prendendo tempo. La “tragedia” del mercato coperto è iniziata nel 2017, quando le attività che erano presenti sono state fatte traslocare (molte sono rimaste nelle strade nei dintorni). Da allora la struttura si regge sul mercatino di prodotti a chilometri zero e sui banchi di Slow Food, che la animano il giovedì e il sabato mattina. E appunto sulle tre associazioni che hanno qui la loro sede. Tutt’intorno il deserto.

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