Montecatini, rapina all’hotel Arnolfo: portiere minacciato con la pistola e costretto ad aprire la cassa
Paura per l’uomo che è stato minacciato per mezz’ora con l’arma. Riunione urgente degli albergatori per contrastare la crescente insicurezza
MONTECATINI. Una pistola puntata alla testa e più di mezz’ora di terrore. Un giovane portiere di notte dell’hotel Arnolfo di via Trieste, al parco della Rimembranza, è stato rapinato, sequestrato e minacciato la scorsa notte da un malvivente che indossava un passamontagna, un cappuccio della felpa e un cappellino per essere irriconoscibile. Era passata la mezzanotte quando il dipendente dell’albergo ha sentito dei rumori che arrivavano dalla portineria. Si è avvicinato per capire cosa stava accadendo e si è trovato faccia a faccia con il rapinatore. Ha capito immediatamente che quello che stava vivendo non era la scena di un film, quando dopo avergli intimato di aprire la cassaforte gli ha puntato un’arma contro.
Il racconto del titolare
La sequenza del fatto criminoso è stata ripresa dalle telecamere interne dell’albergo, filmati che adesso sono a disposizione dei carabinieri di Montecatini che stanno svolgendo le indagini per dare un’identità al malfattore. Che ha agito con l’albergo pieno e tutti i clienti nelle proprie camere. «Il portiere mi ha telefonato circa all’una e quindici minuti – racconta il titolare dell’Arnolfo, Graziano Giannini – chiedendomi di raggiungerlo subito. Era sconvolto e voleva andare a casa. Ripeteva che aveva paura e che era stato minacciato con una pistola». L’albergatore non crede alle sue orecchie e si precipita immediatamente in hotel. «Il portiere stava dormendo ed è stato svegliato dai rumori, l’ha trovato proprio dietro al banco della portineria che rovistava in cerca di denaro. Aveva anche una pila in mano e probabilmente aveva già visitato anche altre stanze».
In cassa pochi euro
Per il rapinatore un magro bottino. «Alla fine è stato tutto surreale – aggiunge Giannini – perché nella cassa c’erano appena tre euro e cinquanta centesimi. Naturalmente non si è accontentato di questi pochi spiccioli e ha minacciato il ragazzo con la pistola alla testa e gli ha ordinato di aprire il portafogli e consegnargli tutto ciò che aveva addosso. Quindi ha arraffato altri cinquanta euro del dipendente». Così la furia del rapinatore è esplosa con veemenza, e con rabbia ha cominciato ad inveire contro la vittima. «Lo ha pesantemente minacciato – afferma il titolare della struttura – promettendogli azioni criminali future. Che gli avrebbe sparato e gli avrebbe spaccato le ossa». In quella mezzora di terrore il malvivente non ha mai smesso di parlare. «In un italiano non fluente – dice ancora il proprietario dell’hotel – ha anche usato un’imprecazione nella propria lingua. Era veramente arrabbiato e cruento. Era giovane come la propria vittima, di età intorno ai vent’anni. Il nostro portiere ha avuto tanta, tantissima paura».
«Una città irriconoscibile»
Un grande dispiacere per ciò che è accaduto e che sta accadendo a Montecatini. «Siamo una famiglia di albergatori da sempre – afferma – non riconosco più questa città, non è più la nostra Montecatini. Abbiamo completamente perso il senso della sicurezza, anche le nostre cameriere la sera hanno paura quando escono e devono andare a prendere l’auto. Non è una critica a nessuno, ma in questo modo facciamo una cattiva pubblicità». Preoccupazione arriva anche da Giovanni Biondi, presidente della Assohotel Confesercenti e titolare dell’omonimo hotel di viale IV Novembre. «Abbiamo tenuto il consiglio dell’associazione e abbiamo discusso di questo increscioso episodio – commenta – ma non dimentichiamo le occupazioni abusive che abbiamo subito negli alberghi chiusi e in quelli dismessi, fino ad arrivare all’omicidio con la scoperta di un cadavere all’interno dell'ex hotel Impero (tutto questo in una sequela di eventi un anno fa, ndr). Adesso un altro fatto gravissimo. Speriamo in una risposta veloce e concreta da parte della prefettura e della questura. Chiediamo controlli e pattuglie da concentrare nelle ore serali e notturne fino alle sei. Queste cose non devono più accadere, penso anche alla rapina che ha subito la scorsa settimana il negozio di calzature Harris in via San Martino (come raccontato dal Tirreno, ndr)». Anche gli albergatori cercheranno di organizzarsi, «per tutelare clienti e dipendenti cercheremo di fare dei contratti con la vigilanza privata, di mettere dei pulsanti di allarme. Dobbiamo pensare ai nostri collaboratori, ai clienti e alle nostre strutture».