Il Tirreno

Montecatini

Il personaggio

E con Parigi siamo arrivati alla nona: il fotografo Paolo Nucci e le sue Olimpiadi

di Lorenzo Carducci
Il professionista Paolo Nucci
Il professionista Paolo Nucci

È inviato del principale quotidiano sportivo giapponese Nikkan Sports

25 luglio 2024
4 MINUTI DI LETTURA





LAMPORECCHIO. Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Soci 2014, Rio 2016, Pyeongchang 2018, Tokyo 2020, Pechino 2022 e adesso Parigi 2024. Sarebbe già speciale se fosse l’elenco delle capitali visitate durante i viaggi di piacere di una vita, figurarsi come atlante delle Olimpiadi vissute da addetto ai lavori. Quello ritratto con i “pass” al collo è Paolo Nucci, fotografo che collabora con Il Tirreno di Pistoia dal 1989 e che da domani a Parigi parteciperà alla nona edizione dei Giochi a cinque cerchi della sua carriera, tra estive e invernali, a 20 anni esatti dal debutto in Grecia.

Un privilegio e un onere che il professionista di Lamporecchio si appresta ad esercitare – come in tutte le precedenti occasioni olimpiche – da inviato del principale quotidiano sportivo giapponese Nikkan Sports. Per lui sono ore frenetiche, arrivato ieri nella capitale transalpina è alle prese con gli ultimi preparativi e l’organizzazione di una manifestazione sempre più complessa.

Non ultimo il bug informatico mondiale, che ha colpito anche i sistemi dell'organizzazione olimpica. L’esigenza più impellente, per Nucci, è avere dalla testata nipponica il programma degli sport e delle gare che dovrà coprire nelle prime battute. «Sto aspettando il programma dei primi giorni – spiega il fotografo – poi dopo cambierà in base ai risultati degli atleti giapponesi. Probabilmente mi toccheranno come a Tokyo ginnastica, karate, judo, lotta, scherma e poi più avanti probabilmente il nuoto e l’atletica. Sono discipline in cui i giapponesi di solito sono forti e fanno incetta di medaglie. Certo bisogna un po’ documentarsi sugli atleti, ma soprattutto gestire le cose da un giorno all’altro e sapere chi potrebbe arrivare a medaglia così da essere già pronti. Quando si seguono sport che si conoscono meno conta tantissimo l'esperienza, sapere quello che può essere più interessante fotograficamente».

Nucci sarà alloggiato in zona Stade de France, collegata abbastanza bene, ma frequenterà spesso il centro stampa sugli Champs-Élysées, dove elaborerà e manderà le foto potendo appoggiare lì anche parte dell’attrezzatura. «Scattare le foto ormai è diventata la cosa più semplice – ironizza l’obiettivo valdinievolino – il problema sono i trasporti, i collegamenti tra gli impianti (navette, autobus), i pass e così via. Ci hanno già mandato tre applicazioni, le Olimpiadi sono sempre più tecnologiche e rispetto alle prime che ho fatto la parte organizzativa adesso è molto più complessa e pesante. In ogni caso farne parte è comunque sempre un’esperienza bellissima, una grande soddisfazione. Sicuramente saranno due settimane e mezzo di fuoco».

Nucci seguirà i Giochi dalla cerimonia di apertura del 26 a quella di chiusura dell’11 agosto. «Per me l’importante è esserci – commenta – la soddisfazione di essere stato riconfermato per questa nona Olimpiade tra estive e invernali per un giornale così importante è un riconoscimento del mio lavoro in questi anni. La mia idea è che fare la foto dell’anno o perfetta è sempre più difficile. Le agenzie più rinomate hanno postazioni diverse rispetto ai freelance. L’idea dev’essere quindi non fare per forza lo scoop o il capolavoro, ma rispettare le scadenze e fare del proprio meglio. Essere affidabili, precisi ed efficienti, offrendo foto corrette e giuste».

Ma qual è la sua personale classifica delle edizioni vissute? «Come prima metto Londra – non esita – anche perché quella di Atene era la prima e non la vissi a pieno, mentre a Pechino ricordo un gran caldo e grandi distanze, fu un’olimpiade di problemi logistici e di comunicazione, mentre appunto Londra fu bellissima. Rio non fu male, ma c’era la paura del terrorismo e della criminalità, una volta durante un trasferimento ci bloccarono perché c’era una sparatoria tra bande».

Con la speranza che possa arrivare a dieci edizioni con quella invernale di Milano-Cortina 2026, la curiosità a questo punto è sapere che cosa si aspetta da quella imminente. «Che sia bella come Londra – risponde – è vero che ora a Parigi ci sono tante manifestazioni, quindi aumentano i controlli, ma saranno le Olimpiadi più vicine che ho mai fatto assieme ad Atene e Londra, oltre a quelle con più possibilità di vivere di più la città. Parigi è sempre Parigi, sarò alloggiato a 15 minuti di metropolitana dalla torre Eiffel». 
 

Primo piano
Meteo

Maltempo in Toscana, il Lamma: «Perché questa ondata è diversa dall’ultima e le fasce orarie più a rischio di domenica»

di Tommaso Silvi