Il Tirreno

Il 25 aprile

Massa, in 300 sfilano in centro per la Liberazione: «È partigiano chi lotta per gli ultimi»

Massa, in 300 sfilano in centro per la Liberazione: «È partigiano chi lotta per gli ultimi»

Organizzato da una rete di realtà antifasciste, il corteo ha attraversato il centro

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MASSA.  Oltre trecento persone hanno sfilato ieri mattina per le strade di Massa per celebrare gli 80 anni dalla liberazione della città dal nazifascismo. Un corteo partecipato e determinato, iniziato dal monumento dedicato al partigiano Aldo Salvetti, torturato e ucciso a soli 22 anni dai tedeschi, che ha unito memoria storica e attivismo contemporaneo. A organizzare l’iniziativa, un fronte ampio di realtà antifasciste: Apuane Antifasciste, Spartak Apuane, Casa Rossa Occupata, Usb, Non una di meno, Partito dei Carc, Patria Socialista, Resistenza Popolare, Athamanta, Massa Insorge, Rivoluzione Libera Giovanile e Generazione Progressista.

«È ancora il tempo di assaltare il cielo», si legge su uno degli striscioni principali. Un modo per dire che la resistenza non è ancora finita, e che c’è ancora motivo per resistere, come diranno i vari interventi dal carro del corteo. Non solo quindi un omaggio ai partigiani e alle partigiane, ma un’azione viva, quotidiana, contro ogni forma di sopruso. L’obiettivo era tracciare un filo rosso che collegasse la liberazione dal nazifascismo ad altre liberazioni, ad altre forme di resistenza moderna. A cominciare dalla lotta per la sanità pubblica, il diritto alla casa, un lavoro dignitoso. Dopo esser partiti da via Castagnola di sotto e percorso il ponte di Trieste, il corteo ha proseguito per le vie del centro facendo prima una tappa sotto il Comune di Massa e poi passando non a caso davanti al distretto sanitario di via Bassa Tambura: «Contro le liste d’attesa infinite, i licenziamenti, la privatizzazione della sanità e la speculazione edilizia, come quella legata alla futura Casa di Comunità», hanno urlato dai megafoni i manifestanti. In tal senso, «oggi essere partigiani vuol dire lottare per gli ultimi».

E quindi bandiere e slogan erano in solidarietà al popolo palestinese e contro lo stato di Israele, contro la militarizzazione della società e la corsa al riarmo. Oppure, contro le morti sul lavoro: «Ragazzi di 15 anni o anziani di 84 muoiono sul posto di lavoro, abbiamo salari da fame. Le nostre città sono invase da bed and breakfast e gli affitti sono alle stelle. A Massa abbiamo piscine e biblioteche chiuse, ospedali lasciati a se stessi». Il corteo ha ricordato le tante donne protagoniste della Resistenza apuana, come quelle della rivolta del 7 luglio 1944 in piazza delle Erbe a Carrara. Un episodio poco conosciuto, nato nel momento in cui Carrara era piena di sfollati e fame, e che vide le donne rifiutarsi di abbandonare la città dopo l’ordine di evacuazione imposto dalle truppe tedesche. «Il fascismo – è stato detto a microfono aperto – cominciò con la perdita della libertà, nell’indifferenza generale. Il 25 aprile non è divisivo, se non per i fascisti». Non è mancata la contestazione alla proposta di intitolare uno spazio pubblico alla figura di Giorgio Almirante, gridata proprio sotto la sede locale di Fratelli d’Italia. «Un tentativo di riscrivere la storia, per paura di chi la Resistenza l’ha fatta davvero», hanno detto i militanti dei Carc. Solo cori, comunque: non ci sono stati momenti di tensione o contatti con le forze dell’ordine. Il corteo si è concluso con una presa di parola collettiva: «Non siamo qui per celebrare eroi, ma uomini e donne comuni che hanno scelto da che parte stare. Quella giusta: contro le camere a gas, l’olio ricino, la repressione, lo scioglimento dei sindacati, la legge del più forte e la violenza».
 

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