Il Tirreno

La mareggiata a Massa

Le onde avanzano sulla spiaggia e sulla Guang Rong. Erosione e nave: la doppia incognita per i balneari verso l’estate

La nave a Marina di Massa (foto Cuffaro)
La nave a Marina di Massa (foto Cuffaro)

Martini (Compagnia del mare): «A bordo ci sono detriti che rischiamo di trovare a riva...»

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MASSA. Le onde hanno iniziato ad alzarsi nella notte tra sabato e domenica (16 marzo) arrivando fino a un metro. E più si alzavano e più si mangiavano la spiaggia che in alcuni tratti di costa massese quasi non c’è più. Non si è registrato alcun danno per la mareggiata di domenica. Ma le onde questa volta hanno avvolto anche la nave arenata al pontile e inizia una nuova preoccupazione, oltre all’erosione. «Ci preoccupiamo giusto per i detriti che sono ancora a bordo e che adesso potremmo trovarci in spiaggia – spiega a Il Tirreno Luca Martini, della Compagnia del mare -. Poi siamo piuttosto tranquilli da quando sono stati svuotati i serbatoi e non pensiamo proprio che possa muoversi di lì».

Rimane però il problema dell’erosione. A fine febbraio dalla Regione Toscana sono arrivati i fondi per l’intervento stagionale di riprofilatura delle spiagge necessari a contenere gli effetti delle mareggiate invernali che puntualmente si portano via metri di arenile. Con una novità. Quest’anno il Comune di Massa è stato chiamato a partecipare alle spese: 140mila euro dalle casse comunali, su un totale di 700mila che inizialmente sarebbero dovuti essere coperti dalla Regione. L’intervento prevede operazioni in sei aree critiche del litorale. In tutto saranno distribuiti circa 11mila metri cubi di sabbia: la zona della Torre Fiat e del bagno della Croce Rossa, il bagno Marchini, la “cella” (ovvero i due filari di scogli) tra i bagni Giulia e Italia e tre settori ai Ronchi tra i bagni Delfino e Roma.

L’intervento più massiccio è previsto proprio alla Torre Fiat e al bagno della Croce Rossa, dove saranno distribuiti 2. 600 metri cubi di sabbia per uniformare la battigia. Altri duemila metri cubi andranno ai 180 metri di costa compresi tra la spiaggia dell’istituto Don Gnocchi e il bagno Marchini. Ai Ronchi sono poi previsti tre distinti interventi tra i bagni Delfino e Roma: duemila metri cubi nella cella dei bagni Delfino, Ida, Paradiso e Finanzieri, altrettanti nella cella degli stabilimenti Emilia, Attilio e Palmo Mare, infine mille metri cubi nella cella del bagno Europa. La modalità di esecuzione resta la stessa degli anni passati: camion per il trasporto via terra e mezzi meccanici per la distribuzione dei sedimenti, anche nella parte sommersa della spiaggia. L’obiettivo è concludere i lavori entro il 31 maggio, per evitare interferenze con la stagione riproduttiva delle tartarughe Caretta Caretta.

«Però manca un intervento strutturale», dice Martini. L’unico di cui si parla è quello che i balneari erano pronti ad autofinanziarsi delle reef, cioè barriere artificiali sommerse che, sulla falsariga delle barriere coralline da cui prendono il nome, consentirebbero di bloccare l’erosione e al tempo stesso di costituire un habitat per il ripopolamento marino. «Il nostro progetto è scaduto e per il resto è tutto fermo».

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