Massa, chi sono i 30 medici più pagati dell’ospedale Apuane e quanto guadagnano: in vetta c’è il super-primario Bagnoni
Il responsabile del reparto di Dermatologia guadagna 51mila euro al mese. Nessuna donna nella top ten, la prima è la radiologa Iacconi
MASSA. Il suo stipendio (lordo) è praticamente due volte e mezzo quello del secondo classificato. Una cifra monstre di oltre 51mila euro al mese porta così Giovanni Bagnoni, il super-primario del reparto di Dermatologia, ancora una volta in testa alla classifica dei dirigenti medici del Nuovo Ospedale Apane più pagati.
La speciale classifica che vedete qui a fianco (e che riporta solo la top 30 dei dirigenti sanitari più pagati) è frutto dell’elaborazione dei dati pubblicati dalla stessa Asl Toscana nord ovest sulla retribuzione lorda dei propri dipendenti per l’anno 2023 (sono i più recenti). Cifre che da tempo vengono rese pubbliche nel segno di una politica di trasparenza che tutti gli enti pubblici (come l’azienda sanitaria) sono chiamati a rispettare. Nello specifico, per quanto riguarda le Asl, a essere resi pubblici sono i dati relativi ai direttori di unità operative complesse e semplici e dei dirigenti di dipartimento, mentre la direttiva nazionale non impone la pubblicazione di tutti gli altri medici (che pure sono dirigenti).
Il super-primario
Bisogna subito specificare che Bagnoni, da anni riconosciuto luminare nel suo campo e una delle eccellenze dell’Asl Toscana nord ovest, è anche responsabile del reparto di Dermatologia dell’ospedale di Livorno, oltre che per l’area di Massa-Carrara. Nonostante questo, lo stipendio lordo complessivo di poco meno di 619mila euro lo pone in tutt’altra categoria rispetto a tutti gli altri colleghi primari.
Come già ribadito, si tratta di cifre riportate al lordo della tassazione e frutto di numerose voci. Tra queste, spicca in particolare quella relativa ai profitti legati all’esercizio della libera professione intramoenia: un’attività consentita a tutti i medici purché non in conflitto con il lavoro nel settore pubblico. Mai come in questo caso proprio questa voce rimarca l’abissale differenza di stipendio con tutti gli altri medici della lista: per il primario di Dermatologia l’attività intramuraria vale oltre mezzo milione di euro, componendo circa l’81% del suo stipendio complessivo.
Gli “inseguitori”
Scendendo dal gradino più alto del podio la classifica dei medici più pagati del Noa pone di fronte un nutrito gruppo di primari che, pur non raggiungendo le vertiginose cifre del capofila, superano ampiamente i 200mila euro annui.
Al secondo posto troviamo così il direttore dell’ospedale Giuliano Biselli con 255.502,50 euro (e oltre 101mila euro di libera professione intramoenia) subito seguito dal primario della Chirurgia vascolare Giovanni Credi (appena sopra quota 248mila euro ma con una maggiore incidenza del lavoro intramurario, pari a 129.371,95 euro). Non molta la differenza a livello di cifre una volta scesi dal podio: Maurizio De Maria (Urologia) e Albert Conti (Pronto soccorso) restano separati da meno di 500 euro (poco sopra i 245mila euro il primo, 244.666,24 euro lo stipendio del secondo) mentre un divario maggiore si riscontra scendendo alla sesta posizione dove Luigi Bertolini (responsabile per la medicina e chirurgia d’urgenza per l’area della Lunigiana) si attesta con oltre 231mila euro lordi (e quasi 105mila euro di intramoenia). Il primario di Ostetricia e ginecologia Roberto Marrai è l’ultimo dei medici sopra i 200mila euro lordi all’anno).
Non un mondo per donne
C’è però un elemento che salta agli occhi, scorrendo la classifica riportata qui sopra: tra i dirigenti sanitari più pagati non figurano donne. Bisogna uscire dalla top10 per trovare, all’undicesimo posto, la responsabile della Radiologia senologica Chiara Iacconi (con quasi 175mila euro lordi annui e oltre 82mila euro di intramoenia): un’altra eccellenza del territorio apuano che tuttavia appare come una mosca bianca in un mare di uomini. Dopo di lei solo la direttrice generale dell’Asl nord ovest Maria Letizia Casani figura nell’elenco dei primi 30 mentre le altre donne con incarichi dirigenziali sono ancora più in basso in graduatoria.
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