Il Tirreno

L’inchiesta

Processo anarchici di Carrara, così la Digos pedinava e faceva appostamenti

Processo anarchici di Carrara, così la Digos pedinava e faceva appostamenti

Uno degli imputati ha prodotto venti pagine di “Riflessioni scellerate”

27 giugno 2024
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CARRARA. Ultima udienza prima della pausa estiva (le parti hanno concordato di “saltare” l’appuntamento di luglio, e di rivedersi l’8 ottobre) nel processo in corso, con giudizio immediato, a carico di quattro militanti anarchici, come noto una "costola" dell’inchiesta "Scripta scelera" della Dda di Genova. Davanti al giudice del dibattimento, il dottor Fabrizio Garofalo - pm Federico Manotti, titolare dell’inchiesta - e alla presenza dei quattro imputati, sono stati ascoltati due funzionari della Digos della Spezia, che ha condotto le indagini: i sostituti commissari Riccardo Ginepro e Antonio Casadio. Il primo, era stato incaricato di estrarre materiale ritenuto utile all’indagine dai pc sequestrati agli imputati; il testimone aveva con sè parte del materiale, del quale è stata chiesta l’acquisizione. Il giudice ha chiamato gli avvocati e il pm nel suo ufficio, dove sono state aperte le buste sigillate con i cd e, dal pc del giudice, è stata fatta una rapida visione dei contenuti, fra cui mail, volantini, bozze di articoli, oltre a un simbolo della Fai (Federazione anarchica informale di Antonio Cospito, non la Federazione anarchica italiana). Gli avvocati hanno acconsentito all’acquisizione dei cd.

Nel corso dell’udienza sono stati anche ricordati i dissidi relativi alla stampa di Bezmotivny, con la Fai di Carrara che dall’estate 2021 non acconsente più alla stampa in via San Piero; successivamente, viene trovata la soluzione di Avenzagrafica; secondo la difesa, semplicemente una dialettica interna.

Antonio Casadio ha invece testimoniato su pedinamenti e appostamenti vecchio stile chiamato a fare per esigenze di indagini, per trovare riscontri rispetto alle mail e alle telefonate intercettate, se davvero gli appuntamenti fissati poi si verificassero. Ha ricordato che Bezmotivny era regolarmente in vendita all’esterno del circolo Fiaschi, e che il circolo stesso era aperto al pubblico.

In una precedente udienza, Gino Vatteroni, uno degli imputati, ha prodotto venti pagine di una sua analisi, “Riflessioni scellerate”, che ovviamente richiama “Scripta scelera”. Una sua interpretazione degli eventi, in cui parla di «una narrazione basata su correlazioni spurie» e rivendica che «da un certo punto di vista il procedimento penale in corso ha perlomeno il pregio di distinguere con rinnovata ed ulteriore lucidità ciò che è naturalmente ed autenticamente portatore di libertà, autonomia e progettualità creativa», ovvero «l’anarchismo ed i nostri scritti scellerati». I quattro imputati, che hanno solo obbligo di firma sono Gino Vatteroni, 56 anni (avvocato George Claude Botti del foro di Massa), Paolo Arosio, 45 anni, Gaia Taino, 35 anni, Luigi Palli, 27 anni (tutti e tre difesi dall’avvocato Fabio Sommovigo, Palli anche dall’avvocato Marta Magnanini, entrambi i legali del foro della Spezia).Il processo in corso, come abbiamo spiegato in altre occasioni, vede gli imputati sotto accusa per due ipotesi di reato in concorso, e cioé, il primo, l’istigazione a delinquere, 414 codice penale, con l’aggravante della finalità di terrorismo, 270 bis. 1 del codice penale, in relazione a "Bezmotivny - Senza Motivo", per i contenuti apologetici ed istigatori di delitti (anche di terrorismo). L’altra imputazione riguarda il concorso nell’offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica (110 e 278 del codice penale), sempre per un articolo pubblicato su "Bezmotivny - Senza Motivo" (Anno I, n. 17).

 

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