Il Tirreno

La vicenda

Carrara, caso cava Fiordichiara: in tribunale tutti assolti i tre finiti sotto accusa

Gli avvocati difensori dei tre assolti: da sinistra Rachele Vatteroni, Fabio Carbonelli e Filippo Tacchi
Gli avvocati difensori dei tre assolti: da sinistra Rachele Vatteroni, Fabio Carbonelli e Filippo Tacchi

L’ipotesi principale era di bancarotta fraudolenta, anche la pm chiede l’assoluzione

21 maggio 2024
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CARRARA. Tutti assolti per il caso della cava Fiordichiara B, che finì sotto sequestro nel febbraio del 2016 (e poi dissequestrata un mese dopo), un anno dopo la dichiarazione di fallimento della società.

La procura

I diritti della Fiordichiara B erano in concessione alla Fiordichiara Srl di Davide Montefiori, che, stando alla ricostruzione della procura, nel 2013 aveva ceduto un ramo d’azienda e i diritti di concessione alla Cmv Marmi di Milano, di Alessandro Macchione (nel ruolo di amministratore unico e legale rappresentante). Due anni dopo, a febbraio 2015, la Fiordichiara Srl avrebbe dichiarato fallimento. Secondo l’ipotesi accusatoria della procura, Montefiori e Macchione, con la collaborazione del commercialista massese Giampiero Ciarleglio avrebbero appositamente costituito una terza società con sede a Londra, la Marble&Stone Ltd, per "recuperare" i beni della Fiordichiara, evitare il pagamento dei creditori e occultare i reali beneficiari dell’operazione. Il valore del ramo d’azienda e delle concessioni cedute dalla Fiordichiara alla Cmv ammontava, sempre stando alla ricostruzione della procura, a 2.630.000 euro. Montefiori (difeso dall’avvocato Filippo Tacchi del foro di Lucca) era accusato di bancarotta fraudolenta, documentale e preferenziale; Macchione (difeso dall’avvocato Fabio Carbonelli del foro di Napoli) e Ciarleglio (difeso dall’avvocato Rachele Vatteroni del foro di Massa-Carrara) di bancarotta fraudolenta per distrazione del ramo d’azienda.

La sentenza

Ma come detto, ieri mattina il collegio composto dai giudici Basilone, Berrino e Biasotti, ha emesso sentenza di assoluzione per tutti; anche la pm dottoressa Clarissa Berno, per altro, aveva chiesto l’assoluzione. Si chiude così una vicenda annosa, con il processo proseguito per ben quattro anni, durante i quali gli imputati e i rispettivi avvocati sono riusciti a chiarire le posizioni e a dimostrare la legittimità delle operazioni che erano state contestate. Sul piano tecnico, Davide Montefiori doveva rispondere di tre sotto capi di imputazione; in quanto al capo a, ridimensionato da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice, è subentrata la prescrizione; quanto ai capi b e c, distrazione di liquidità, l’assoluzione è legata a quella che una volta si sarebbe detta insufficienza di prove, ma che resta ovviamente un’assoluzione piena. Assolto inoltre per l’ipotesi di versamenti a suo favore di pagamenti all’Inps, risultati non provati. Vi era poi il capo C, che vedeva coinvolti tutti e tre per bancarotta fraudolenta, per la cessione del ramo d’azienda della Fiordichiara srl. In questo caso, assoluzione perché il fatto non sussiste. Insomma, le ipotesi accusatorie sono cadute dopo il lungo dibattimento in tribunale a Massa.

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