Naomi Maiolani, cosa è successo al suo elicottero? Le ipotesi della tragedia secondo l’esperto
Carrara, il comandante Del Carlo spiega cosa può essere accaduto: le caratteristiche del mezzo, le nubi, le scelte da compiere
CARRARA. Sarà la procura di Massa, con l’apertura di un’inchiesta, ad accertare che cosa sia realmente accaduto venerdì, intorno alle 13,30, nei cieli di Fontia. Parliamo della tragedia in cui ha perso la vita Naomi Maiolani, pilota 28enne originaria di Faenza: l’elicottero che stava guidando è precipitato nei boschi – al confine tra Massa-Carrara e La Spezia – in una zona impervia. E ha preso fuoco. Testimoni hanno visto una coltre di fumo e qualcuno – una fungaiola – finanche l’elicottero in fiamme. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha intanto aperto un’inchiesta di sicurezza sull’incidente. Con lo strazio per la giovane vita spezzata, c’è il desiderio di sapere perché. Cosa è successo. E allora Il Tirreno ha chiesto un parere al comandante Jacopo Del Carlo, pilota militare, capitano di vascello, sotto la cui competenza – da agosto – è stata messa la gestione dell’aeroporto di Marina di Massa.
L’aeromobile
Grande appassionata di volo – a 14 anni scelse di iscriversi all’Istituto aeronautico di Forlì – con in tasca un brevetto come pilota commerciale ottenuto nel 2019 all’Italfly Aviation di Trento, Naomi Maiolani stava guidando un As 350B3 Écureuil (con marche di registrazione I-Torg). Ed è proprio grazie al comandante Del Carlo che il senso comune scopre che questo genere di aeromobile è molto usato nelle operazioni di antincendio: «È un bellissimo elicottero ed è sostanzialmente uguale agli elicotteri usati dalla regione Toscana per la flotta antincendio – nota il comandante – È un aeromobile sicuro, non si può certo definirlo un “fabbricante” di vittime».
Il cielo
È di per sé sicuro, dunque. E allora passiamo ad analizzare altri fattori, altre variabili. La giovane pilota parte venerdì mattina dalla Sardegna, da Oristano; fa tappa all’isola d’Elba per fare rifornimento e poi punta sulla Toscana; la sua destinazione è la base di Sondrio, dove ha sede Elitellina, la società aeronautica valtellinese per cui Naomi lavora. «Ieri (venerdì, per chi legge – osserva Del Carlo – le condizioni meteo erano di scarsissima visibilità e di forte vento. Sotto i monti c’era una cappa di nubi».
La tecnica
«Forse lei ha provato – continua ancora il comandante Del Carlo – a volare a bassa quota, per passare sulla Lunigiana, quindi la Pianura Padana e dirigersi verso Sondrio, sua destinazione»; «quando le condizioni-meteo non sono ottimali, è una tecnica normale quella di rimanere a contatto visivo con il terreno e proseguire, come si suole dire, “navigando a vista”».
L’ipotesi
«Questi elicotteri, però – precisa ancora – non nascono per attraversare le nubi, non sono elicotteri progettati per viaggiare in condizioni di zero visibilità, che significa con una visibilità inferiore a 50 metri». E chi – all’improvviso – si trova dentro una nube, «può incontrare un ostacolo, una torre, un pezzo di roccia».
Quegli attimi
«Sta al pilota giudicare – dice il comandante Del Carlo – se ci sono o non ci sono le condizioni per proseguire. Certo, non è facile. Qui non c’è colpa. Potrebbe essersi trattato di un errore di valutazione. O forse si è distratta un attimo per guardare la cartina e fare il punto della situazione». Naomi Maiolani volava sola, «ma del resto – rammenta il pilota militare – questi aeromobili sono nati per essere gestiti da una sola persona, a equipaggio singolo. Qualora ci fosse stato a bordo un altro passeggero, sarebbe stato solo una vittima ulteriore».
Il precedente
«Per chi non sta partecipando all’inchiesta», aggiunge il comandante Del Carlo, ciò che è accaduto venerdì sopra il cielo di Fontia «sembra uguale a ciò che accadde un anno e mezzo fa, con la sola differenza che il volo tragico del 2022 era a pagamento e a bordo dell’aeromobile c’erano sette persone». Saranno trovate tutte morte. È il 9 giugno 2022. Un elicottero decolla all’aeroporto di Capannori Tassignano in provincia di Lucca; è diretto a Castelminio di Resana, nel Trevigiano. A bordo ci sono sei viaggiatori, di origine turca e libanese, di ritorno dalla Fiera internazionale dell’industria cartiera It’s Tissue, inviati da importanti aziende del settore. Alla guida c’è un 33enne, originario della provincia di Padova, pilota definito esperto dai colleghi, dipendente di una società vicentina specializzata nel trasporto passeggeri. Anche in questo caso il meteo non è clemente. Il mezzo scompare dai radar. Scattano le ricerche: grazie alla segnalazione di un escursionista, i resti dell’elicottero Agusta Koala – andato in fiamme – verranno trovati due giorni dopo, in una zona particolarmente impervia, in un canalone sul Monte Cusna, cioè sul versante reggiano dell’Appennino tosco-emiliano.
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