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Rifiuti

Trovata l’offerta per il nuovo impianto Cermec ma i sindacati chiedono: «Chi paga la bonifica?»

Trovata l’offerta per il nuovo impianto Cermec ma i sindacati chiedono: «Chi paga la bonifica?»

27 ottobre 2022
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MASSA. Continua a far discutere l’asta per la vendita del capannone Erre Erre, la società partecipata da Cermec che lavorava gli scarti dei rifiuti indifferenziati destinati all’impianto di via Dorsale e che è naufragata undici anni fa. Nei giorni scorsi si sono aperte le buste con le offerte e quella migliore – di un milione e 510mila euro – è risultata essere quella della Sviluppo Immobiliare, di cui sono titolari due importanti imprenditori del marmo. Quindi, se tutto filerà liscio – la norma riconosce al miglior offerente 90 giorni di tempo per versare la somma – il capannone Erre Erre sarà traghettato sotto l’egida dei privati. Da qui è scaturita una serie di «schermaglie tra i sindaci di Carrara e Massa», che preoccupa i sindacati insieme al nodo mai sciolto della bonifica del terreno su cui dovrebbe sorgere un futuribile impianto di biometano, progetto – elaborato dal Cermec e presentato da RetiAmbiente – che è stato ammesso ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza

La richiesta

«La bonifica deve partire al più presto – dicono i segretari Nicola Del Vecchio (Cgil) , Andrea Figaia (Cisl , Franco Borghini (Uil) – per garantire la realizzazione del progetto del biodigestore»; per questo chiedono «un incontro urgente» per disegnare «un percorso condiviso che salvaguardi i livelli occupazionali». Nello specifico chiedono: un tavolo con Cermec, Reti Ambiente, Ato e sindaci di Massa e Carrara. «Non possiamo continuare a registrare divisioni che hanno l’unico esito di indebolire il territorio».

La questione

Il realizzando impianto di biometano – 37 milioni di euro è il costo di realizzazione – sostituirà gli attuali impianti del Cermec, che saranno rasi al suolo. Produrrà compost di qualità, e sarà un modello di economia circolare. E sorgerà su terreni da bonificare, di proprietà del Cermec. «Il progetto è risultato il primo toscano nelle graduatorie ministeriali dei fondi del Pnrr – rammentano i sindacati – ma per essere realizzato è necessario bonificare i terreni. E non si può più attendere – sottolineano Cgil, Cisl e Uiil – in quanto la realizzazione del nuovo impianto deve prendere avvio entro la fine del 2023, pena la perdita del finanziamento». Dov’è il problema? «Il Cermec è in concordato – rammentano i sindacati – I Comuni non possono erogare soldi per la bonifica del terreno, e Cermec non può avere accesso al credito bancario. L’unico soggetto in grado di garantire le risorse necessarie, attraverso la presentazione di una fidejussione bancaria, è Reti Ambiente. Chiediamo – concludono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – che ciò avvenga il prima possibile senza ulteriori ritardi. Questo territorio già abituato a perdere risorse per le bonifiche sconterebbe anche la capacità di chi ha saputo progettare bene e si rischierebbe di non costruire impianti e opere per incapacità della politica istituzionale locale. Un paradosso a cui noi non vogliamo rassegnarci».

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