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UNA STRAORDINARIA ECCELLENZA 

Il presepe di Pallerone, sette minuti di magia «Da noi è sempre Natale» - LE FOTO

Luca Signorini
Il presepe di Pallerone, sette minuti di magia «Da noi è sempre Natale» - LE FOTO

Visita all’attrazione con Alberto Calevri e Loriano Barani del locale Comitato Fondato nel 1935, è uno dei più antichi in Italia. Ingresso a offerta libera

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PALLERONE. Sette minuti di magia, bimbi rapiti e adulti affascinati da tanto ingegno, creatività, precisione maniacale nei movimenti, dettagli, suoni e colori. L’acqua che scroscia, il falegname, il fabbro, la lavandaia, il pescatore in primo piano. Il castello di Erode, il foro romano con i cavalieri sulla biga, il villaggio di Betlemme. «A Pallerone è sempre Natale, io il presepe l’ho fatto vedere anche a Ferragosto», dice con un certo orgoglio Alberto Calevri.

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Nel torrione dove i Malaspina avevano cucina e lavanderia, dal 1939 c’è il presepio meccanico di Pallerone - frazione di Aulla con 1200 anime - nato nel ’35 (è tra i più antichi in Italia) all’interno della confinante chiesa di San Tommaso Becket, a fondarlo il ventenne Silvio Marino Baldassini, geometra. Il primo motore che azionava gli ingranaggi dal 2000 è esposto nella sala d’aspetto, dopo sostanziali lavori di ammodernamento. Oggi i motori sono dieci: la stanza del centro macchine e quello che c’è sotto il tavolato, sono un viaggio nell’elettromeccanica sofisticata. Tra motori a tamburo e lampadine a 6 volt «prese in Germania», sottolinea Calevri.

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Il sistema permette di muovere in maniera sincronizzata oltre cinquanta personaggi, di alcuni di loro si possono ammirare ben sette mosse diverse. «Chi guarda il presepe non vede tutto, devi concentrarti», aggiunge mentre indica i boscaioli Loriano Barani, anche lui è un anfitrione che fa parte del Comitato Presepio e si occupa di accogliere i visitatori in ogni momento dell’anno (la chiave del torrione è in custodia anche al vicino bar). Un sogno che accende l’immaginazione grande una quarantina di metri quadrati. Sullo sfondo, un affresco che raffigura il paesaggio delle Alpi Apuane. E poi c’è l’effetto imbrunire, vero vanto di Pallerone. Dicono Calevri e Barani: «La variazione di luce è bellissima, hanno provato a copiarcela, ma nessuno c’è riuscito. Abbiamo visto molti presepi e tutti belli, ma non certo emozionanti come il nostro. Nessuno ha il giorno e la notte, questo di Pallerone è un pezzo unico». In sette minuti si assiste a scene di una giornata di lavoro nel villaggio, poi cala il buio, spuntano la luna e il cielo stellato, arrivano gli angeli e la stella cometa, nasce Gesù Bambino. Chi osserva, viene ammaliato e sedotto da tanta bellezza. A Pallerone lo sanno: «Questo per noi è l’orgoglio del paese, una passione, una tradizione da non perdere».

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Sono una quindicina i paesani (con la Filarmonica Santa Cecilia, la Pesca sportiva palleronese e l’associazione La Contrada) che guidano famiglie e non solo alla scoperta del presepio. Tra di loro, Domenico Bracco, Angelo Ballerini, Antonio Gherardi, Antonio Tossani, Paolo Ottolini, Bruno Rampini, Moreno Pasquali, Enzo Fabiani. A Pallerone arrivano classi intere da Toscana e Liguria, turisti stranieri (Usa, Australia, Russia, Ucraina), curiosi di ogni genere, vacanzieri. «Stiamo aspettando alcuni pullman da Napoli e da Roma, e tutti gli ospiti della Caritas di Pisa», precisa Calevri. Tra l’altro l’ingresso è gratuito, a offerta libera. E a breve ci saranno alcuni lavori per migliorare l’accesso ai portatori di handicap. Fuori è anche collocato un defibrillatore, dentro ci sono una collezione di statuine del 1937, in una teca l’orologio di fine ’800 del campanile della chiesa, i busti di Francesco IV e Francesco V d’Este, il camino dei Malaspina. E nella grotta di tufo il magico presepe. —

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