Vannucci e gli altri tra poco fuori dal Pd
Misura prevista dallo statuto per chi si candida in liste alternative. Mussi: «Si dimettano i vertici»
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CARRARA. Campioni di preferenze che si trovano all’improvviso molto più soli del previsto in consiglio comunale. Luca Barattini ha fatto il pieno al primo turno: 467 voti, il più votato tra i democratici. Rieletto dopo la precedente legislatura, quasi a smentire l’adagio che da più parti in questi giorni vuole che il tracollo del Pd sia in gran parte dovuto al peso di un passato troppo ingombrante e inviso alla cittadinanza.
«Il problema mi pare sia a livello nazionale. Abbiamo vinto solo a Lucca, poi a Pistoia Genova e La Spezia il quadro è piuttosto simile. La gente trova l’alternativa di fronte a una crisi politica. I cittadini mi hanno giudicato positivamente, ma la partita evidentemente era più ampia di quella che riguarda le mie preferenze».
E bacchetta gli individualismi come primo problema del partito e del centro sinistra carrarese. «Bisogna rinunciare ai personalismi che hanno condizionato la campagna e anche tutta la fase di avvicinamento. Se prevalgono quelli, come è successo questa volta, sull’amore per la città allora si perde e si mandano messaggi confusi».
Ora per il gruppo Pd c’è una sfida nuova. L’opposizione, mai provata in tanti anni al governo della città. E per farla bene tocca studiare. «È una situazione nuova, alla quale dovrò abituarmi. Ci prepareremo nell’interesse della città, che deve uscire dal loro governo e dalla nostra posizione protagonista. C’è da capire quale sia il bene della città e speriamo che i cittadini ci aiutino in questo proposito. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi e non dividerci ulteriormente».
Un’apertura al ritorno dei “vannucciani” all’interno della casa madre? Non proprio. «Io non capisco quale sia la loro intenzione – argomenta Barattini – io penso che appoggiare liste del Movimento 5 stelle non sia neanche nell’intendimento di Mdp. Io se fosse andato qualcun altro al ballotaggio e non Zanetti non sarei andato in giro a dire di votare De Pasquale. Avrei fatto quel che volevo fare senza fare proclami».
Barattini si riferisce a sms e messagghi whastapp che a suo dire «sono volati negli ultimi giorni di campagna elettorale con l’invito a votare Movimento 5 stelle. Si sono comportati come i bimbi piccoli, che portano il pallone e se non possono giocare lo portano via».
Anche se sul passato non è tenero. «Ci sono state scelte sbagliate dell’amministrazione, soprattutto nel periodo dell’alluvione. Lì si è rotto il rapporto. Io sarei andato a votare quando uscì dalla maggioranza Rifondazione comunista. All’epoca mi pare che Vannucci non diceva questo. », conclude.
«Il problema mi pare sia a livello nazionale. Abbiamo vinto solo a Lucca, poi a Pistoia Genova e La Spezia il quadro è piuttosto simile. La gente trova l’alternativa di fronte a una crisi politica. I cittadini mi hanno giudicato positivamente, ma la partita evidentemente era più ampia di quella che riguarda le mie preferenze».
E bacchetta gli individualismi come primo problema del partito e del centro sinistra carrarese. «Bisogna rinunciare ai personalismi che hanno condizionato la campagna e anche tutta la fase di avvicinamento. Se prevalgono quelli, come è successo questa volta, sull’amore per la città allora si perde e si mandano messaggi confusi».
Ora per il gruppo Pd c’è una sfida nuova. L’opposizione, mai provata in tanti anni al governo della città. E per farla bene tocca studiare. «È una situazione nuova, alla quale dovrò abituarmi. Ci prepareremo nell’interesse della città, che deve uscire dal loro governo e dalla nostra posizione protagonista. C’è da capire quale sia il bene della città e speriamo che i cittadini ci aiutino in questo proposito. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi e non dividerci ulteriormente».
Un’apertura al ritorno dei “vannucciani” all’interno della casa madre? Non proprio. «Io non capisco quale sia la loro intenzione – argomenta Barattini – io penso che appoggiare liste del Movimento 5 stelle non sia neanche nell’intendimento di Mdp. Io se fosse andato qualcun altro al ballotaggio e non Zanetti non sarei andato in giro a dire di votare De Pasquale. Avrei fatto quel che volevo fare senza fare proclami».
Barattini si riferisce a sms e messagghi whastapp che a suo dire «sono volati negli ultimi giorni di campagna elettorale con l’invito a votare Movimento 5 stelle. Si sono comportati come i bimbi piccoli, che portano il pallone e se non possono giocare lo portano via».
Anche se sul passato non è tenero. «Ci sono state scelte sbagliate dell’amministrazione, soprattutto nel periodo dell’alluvione. Lì si è rotto il rapporto. Io sarei andato a votare quando uscì dalla maggioranza Rifondazione comunista. All’epoca mi pare che Vannucci non diceva questo. », conclude.