Rifondazione del vivaio, la Lucchese pensa ad Alessandro Doga
Resta l’ipotesi di una foresteria a Saltocchio
LUCCA. La calma apparente prima della definizione delle figure, vecchie o nuove che siano, scelte per costruire la Lucchese edizione 2023-24, della proprietà targata Andrea Bulgarella. Nel corso di una trasmissione andata in onda sull'emittente Noitv, il neo dirigente rossonero Ray Lo Faso, uomo di fiducia dell'imprenditore nativo di Erice, ha tenuto coperte le carte su due caselle fondamentali per la prossima annata: quelle di allenatore e direttore sportivo. Sia Daniele Deoma che Ivan Maraia, mai menzionati direttamente da Lo Faso, hanno ancora altri 12 mesi di contratto con la Lucchese.
Nei prossimi giorni Lo Faso ha assicurato che ci sarà un colloquio con entrambi per capire se il percorso continuerà assieme, al tavolo si siederà pure il nuovo direttore generale Giuseppe Mangiarano, oppure le strade si separeranno.
Se dunque per la prima squadra i discorsi sono rimandati all’inizio della prossima settimana, la dirigenza ha invece cominciato una serie di lavori al Porta Elisa. Oggetto di queste operazioni di mini restyling sono gli spogliatoi e i bagni di tutti i settori dello stadio. Le grandi manovre, come noto, riguarderanno anche un settore giovanile da ricostruire. I vertici della Lucchese sono consapevoli che per allestire un vivaio tanto credibile quanto capace di sfornare talenti di arrivare stabilmente nel calcio professionistico. Una ripartenza che passerà attraverso il potenziamento delle strutture, Saltocchio resta il luogo prescelto per realizzare una forestiera simile a quella messa in piedi a Trapani nei primi anni '90 da Bulgarella, ma pure da un cambiamento nei ruoli cardini. Il lavoro di Vito Graziani, responsabile ancora in carica del settore giovanile rossonero, e di Massimo Valiensi è stato all'insegna di un impegno costante disponendo di budget risicati. La nuova dirigenza ha deciso, anche alla luce della retrocessione della Primavera nella quarta e ultima serie e dei risultati non esaltanti delle altre formazioni, di voltare pagina. Tra i papabili per prendere il posto di Graziani, uno dei candidati principali risponde al nome di Alessandro Doga, 47enne ex terzino di quel Livorno che, sotto la gestione Spinelli, tra il 2002 e il 2004 salì dalla Serie C alla Serie A. Una volta appese le scarpette al chiodo, il dirigente genovese ha ricoperto, sempre nel vivaio del club amaranto, per un anno il ruolo di allenatore per poi diventare dal 2014 al 2018 responsabile del settore giovanile del Livorno. Una carica lasciata per tentare il salto, con l'incarico di direttore generale, nel calcio dei grandi a Viareggio nella stagione 2018-2019, annata culminata con la retrocessione delle zebre in Eccellenza. Va detto che, per onor di cronaca, Doga aveva lasciato i bianconeri in una tranquilla situazione di classifica prima della cessione del club a una cordata romana. Negli ultimi due anni Doga ha lavorato come scout manager nella Sir, società di procuratori fondata da Vincenzo Rispoli, agente una ventina di anni fa di Gianluca Pagliuca ed Enrico Chiesa.