Germania
Jasmine Paolini, l’antidiva del tennis italiano
S’ispira a Federer e vive il successo senza stress: «Amo uscire con le amiche e ascoltare le canzoni di Ligabue e Jovanotti»
Festa grande oggi alle 17 a Bagni di Lucca. Nella sala del consiglio il Comune rende omaggio alla tennista Jasmine Paolini, cresciuta sui campi del locale circolo Mirafiume per approdare, a 23 anni, al 95° posto nel ranking internazionale, la prima fra le italiane. Di ritorno dal torneo di Tokyo, dove è stata battuta soltanto in finale, Jasmine si sta godendo qualche giorno nella sua casa di Lucca, in attesa di ripartire per l’Australia. Nonostante i risultati raggiunti, resta «la ragazza della porta accanto» e la fama nel tennis non la fa sentire diversa dalle coetanee. È nata il 4 gennaio 1996, ha un fratello di 14 anni, William, che studia e gioca a tennis. La mamma Jacqueline ha 52 anni, il padre, Ugo Paolini è anche lui giocatore di tennis, così come lo zio Adriano. Jasmine è nata al Tennis club Mirafiume, a due passi da casa, sotto la guida dei maestri Ivano Pieri e Marco Picchi. È passata poi al centro di Vicopelago e successivamente a quello di Tirrenia. Oggi, quando non è in giro per il mondo, vive con i genitori e il fratello e si allena al club Italia di Forte dei Marmi. Il suo trainer è Renzo Furlan. Jasmine ha conseguito il diploma di ragioneria ed è abituata a girare il mondo. Cina, Giappone, Brasile, Stati Uniti sono le tappe più recenti e parla correttamente l'inglese.
Jasmine come si è avvicinata al tennis?
«A 6 anni dovevo scegliere se giocare a tennis o fare nuoto. Mia mamma insegnava danza a Fornoli. Decisi per il tennis, papà giocava e anche mio zio. All’inizio andavo due volte alla settimana. Ricordo una maestra del tennis club Mirafiume e le prime lezioni con Marco Picchi e con Ivano Pieri, il papà di Jessica e Tatiana, tenniste come me. Poi a 12 anni ho cominciato ad allenarmi a Vicopelago. A 15 sono andata a Tirrenia e da lì sono cominciati gli allenamenti più intensi e i tornei. Mi è sembrata una cosa normale: il tennis è il mio mondo. Giocare è il mio lavoro, ma mi diverto tanto».
Quanto è pesante vivere da campioni a 23 anni?
«Non mi è mai pesato più di tanto. Lo faccio volentieri. Fra atletica e tennis mi alleno 5 ore al giorno quando non ci sono i tornei. Certo, i momenti difficili non mancano, ma mi diverto. Mi sveglio presto, faccio colazione e poi mi alleno. Mi piace guardare con calma alla televisione le partite che contano, quelle interessanti, anche quelle delle mie avversarie. È il mio passatempo preferito. In questo modo posso sempre cogliere qualche elemento utile. Faccio anche tanta atletica».
Ha un idolo nell'universo del tennis?
«Nessuna figura femminile. Il mio idolo è Roger Federer».
Qual è il suo legame con Bagni di Lucca?
«Non vivo più a Bagni da oltre 10 anni, ma ho tanti ricordi legati alla mia infanzia. Ho in mente i giorni alla scuola elementare Matteo Trenta e le lezioni con la maestra Erina. A Bagni c'è nonna Ivonne, madre di mio papà. Non è facile continuare a coltivare le amicizie dell'infanzia, le occasioni sono davvero poche. Ho anche i nonni materni: Barbara è polacca e Salomon è danese».
È fidanzata?
«No, nessun legame. Riesco ad uscire con gli amici, compatibilmente con i miei impegni. Non ho mai un vero periodo di stop, ma non è un problema».
Quali hobby coltiva: Legge? Ascolta musica?
«Un libro che mi ha colpito è "Io uccido " di Giorgio Faletti. Mi piacciono i thriller. Amo le canzoni di Ligabue e di Jovanotti. Peccato: non ce l'ho fatta a vedere il concerto a Viareggio, mi è dispiaciuto tantissimo. La prima volta ero lontana e la seconda non ho trovato il biglietto. Poi seguo anche la musica dei gruppi stranieri».
Qual è il suo obiettivo?
«Sono in partenza per gli open d'Australia. Il mio scopo è quello di migliorare giorno dopo giorno. Il sogno è vincere un torneo del grande Slam». —