Il Tirreno

Lucca

Il giorno dopo la tragedia

Rosario Evalto, chi era il 17enne morto nello schianto a Capannori: la dinamica, gli amici e un paese sconvolto


	Rosario e gli amici sul luogo della tragedia (Foto di Paolo Nucci)
Rosario e gli amici sul luogo della tragedia (Foto di Paolo Nucci)

Stava viaggiando in moto quando ha avuto uno scontro frontale con una Fiat Panda guidata da un 70enne

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LUCCA. Tre ragazzi. Si abbracciano, piangono, scuotono la testa. Non hanno voglia di parlare. Le parole escono a fatica quando il cuore è gonfio di dolore. Tutti conoscevano Rosario. Tutti, nella serata di venerdì 28 febbraio, hanno ricevuto quella terribile telefonata, o un messaggio. Con quella frase che ferma tutto e fa salire il battito in gola. «Rosario ha fatto un incidente, è morto». Sono le 9,30 di sabato 1 marzo e nel cuore del paese di Segromigno in Monte – 2.300 abitanti, nel comune di Capannori, in provincia di Lucca – il silenzio è assordante.

Il luogo della tragedia

Sull’asfalto, in via di Piaggiori, a pochi metri dalla profumeria da Carla ci sono ancora i segni di una serata tragica. Qui, poco prima delle 20 di venerdì 28 marzo, Rosario stava viaggiando sulla sua moto quando, per cause ancora in corso di accertamento, si è scontrato con una Fiat Panda condotta da un 70enne residente a Lucca. A seguito dell’impatto il giovane è stato violentemente sbalzato a terra e subito le sue condizioni sono apparse gravi. Rosario, che frequentava l’istituto professionale Giorgi di Lucca, non ce l’ha fatta. 

La famiglia

Rosario Evalto, di Capannori, originario di Melicuccà, in Calabria, lascia il padre Antonio e la mamma Natina, che fino a qualche anno fa avevano un’attività di ristorazione in Lucchesia, oltre ai fratelli Giuseppe e Benito. Nelle ore successive alla tragedia molte persone hanno espresso dolore e sgomento sui social, anche dalla Calabria, dove la famiglia Evalto ha mantenuto profondi legami.  

Gli amici

Sul luogo dello schianto mortale la mattina dopo lo scontro fatale sono tanti gli amici che si susseguono. Facce stanche, provate da una notte insonne. Occhi gonfi dalle lacrime. Tutti ancora increduli. «Non ci posso credere», dice un amico tappandosi il volto. A pochi passi da dove Rosario è stato strappato alla vita. 

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