Un esposto sulla copia del Caravaggio in mostra a Lucca
Un'associazione di Siracusa contesta la mancata dicitura sul dipinto nella rassegna curata da Vittorio Sgarbi tra il 2021 e il 2022: "L'hanno fatto passare per autentico"
Lucca Un esposto alla Procura con l’ipotesi di reato di truffa sul caso della copia del dipinto “Seppellimento di Santa Lucia” (401, 5×295, 5 cm) è stato presentato da Giovanni Di Lorenzo, presidente dell’associazione Dracma di Siracusa, in riferimento all’esposizione dell’opera avvenuta nel corso della mostra all’ex Cavallerizza organizzata dalla società Contemplazioni a cura di Vittorio Sgarbi, “I pittori della luce da Caravaggio a Paolini” che si è tenuta a Lucca dall’8 dicembre 2021 al 2 ottobre 2022. Secondo Di Lorenzo al pubblico è stata mostrata la copia materica del “Seppellimento di Santa Lucia” di Caravaggio mentre il quadro originale si trova nella Basilica di Santa Lucia a Sepolcro (Siracusa) ed è di proprietà del Fec (Fondo edifici di culto) . La vicenda è stata raccontata di recente anche nel programma in onda su RaiTre “Lo Stato delle Cose” di Massimo Giletti.
Per il presidente di Dracma mentre da un lato la società organizzatrice aveva chiesto al Fec con due messaggi il prestito della copia del Caravaggio, dall’altro l’avrebbe messa in esposizione senza indicare che si trattava di una copia materica e non dell’originale.
«L’opera esposta – dice Di Lorenzo – viene catalogata come olio su tela dal catalogatore Michele Cuppone senza mai fare riferimento alla tipologia, che è una stampa su canvas pure se di altissima risoluzione, certamente non originale». Il Fec aveva autorizzato il prestito, ponendo in grassetto, nel documento di risposta alla richiesta di prestito, che si trattava di una copia.
«Su internet e persino sul sito del ministero della Cultura – fa notare Di Lorenzo – c’è il rimando al sito “Contemplazioni” e da nessuna parte il “Seppellimento di Santa Lucia” esposto viene indicato come copia materica. La società organizzatrice ha ottenuto gratuitamente la location della Cavallerizza dal Comune di Lucca, oltre a un contributo di 30 mila euro per l’organizzazione della mostra, per le utenze oltre alle facilities per un totale di 50 mila euro di fondi pubblici».
Era previsto un biglietto di 15 euro intero e 12 euro ridotto. «Questa catalogazione oltre ad affermare il falso – conclude Di Lorenzo – ha indotto in errore il fruitore della mostra che era convinto di aver visto l’opera originale e non la copia materica come invece risulta da ogni altro atto e dalla richiesta stessa della società organizzatrice della mostra».
Da qui la richiesta alla Procura di voler accertare «comportamenti penalmente rilevanti e di volerli punire a norma di legge ai fini della tutela del patrimonio artistico, dell’originalità e unicità delle opere esposte ad iniziative realizzate con il concorso di fondi pubblici, della trasparenza degli affidamenti per la realizzazione della mostra e per qualsiasi altro profilo di rilevanza penale dovesse emergere». Viene valutata anche l’azione civile nei confronti degli organizzatori e di chi ha dato il patrocinio all’evento, dalla Regione al Comune, al ministero della Cultura, al Fec, al Senato e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.l
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