Porcari, incassa eredità della mamma e Tfr ma perde l’alloggio popolare
L’assegnatario deve lasciare la casa per i 120mila euro trovati sul suo conto
PORCARI. Incassa eredità e Tfr e perde la casa popolare. A volte avere troppi soldi può essere fonte di guai. Non occorre che siano cifre astronomiche. È sufficiente un importo che, legge alla mano, fa uscire la persona che ha l’improvvisa disponibilità del denaro dalla fascia di chi deve essere aiutato per entrare in quel territorio in cui pur non essere benestanti le agevolazioni non sono contemplate. Una tra tante? Perdere l’alloggio popolare.
È la storia che per due volte è finita in Tribunale e ogni volta ha visto prevalere le ragioni del Comune sulla tesi del cittadino. La premessa è che un assegnatario di casa popolare dopo la morte dei genitori era rimasto l’unico componente del nucleo familiare.
Nel tempo aveva avuto una piccola eredità della madre e poi, andato in pensione, aveva ricevuto il Tfr. Un introito improvviso e non ripetibile che, tuttavia, lo aveva portato a superare la soglia di legge al di sopra della quale decade l’assegnazione. Il limite dei centomila euro di patrimonio mobiliare e immobiliare, il pensionato lo aveva superato arrivando a 120mila euro di liquidità sul conto corrente. Altolà, sono troppi soldi. E anche se non aveva case di proprietà l’assegnatario nel settembre 2020 si era visto notificare il provvedimento di decadenza firmato dal Comune. Di qui la causa contro il Comune per riottenere l’alloggio. È andata male in primo grado e anche il secondo round in appello non ha avuto diverso esito per il cittadino.
Il ragionamento era che «tale incremento patrimoniale aveva avuto natura straordinaria, derivante dalla successione ereditaria apertasi a favore dopo il decesso della madre e dalla percezione, da parte dello stesso del Tfr e il superamento della soglia non comportava la decadenza, ma solo la rideterminazione del canone».
Non l’hanno pensato così i giudici che hanno dichiarato legittima la decadenza «ai sensi della lettera P dell’articolo 38 della legge 2/2019 della Regione in quanto il limite preso in considerazione (sussistenza di un patrimonio superiore a 100mila euro, superato da quello del pari a 120. 823 euro non implicava che una parte di tale patrimonio dovesse necessariamente avere natura immobiliare, trovando invece applicazione in tutti i casi in cui il patrimonio dell’assegnatario superasse il limite predetto, anche se unicamente sotto il profilo mobiliare e con patrimonio immobiliare pari a zero».
In conclusione i giudici sostengono che «la sporadicità dell’evento (eredità e Tfr, ndr) non implica alcunché ai fini della quantificazione del patrimonio, dato che, anche se l’evento non dovesse mai più verificarsi nel corso dell’esistenza del beneficiato, l’incremento patrimoniale sarebbe invece destinato a rimanere». E con 120mila euro di liquidità non spetta più la casa popolare all’ex aggiudicatario che dovrà pagare oltre 10mila euro di spese legali al Comune.
© RIPRODUZIONE RISERVATA