Il Tirreno

Lucca

Il mistero della malattia nel Paese africano

Lucca, test negativi sul paziente rientrato dal Congo

Lucca, test negativi sul paziente rientrato dal Congo

L’esito degli esami del sangue dopo il ricovero per febbre del 50enne lucchese

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LUCCA. I test molecolari finora effettuati sui campioni prelevati dal paziente 50enne ricoverato a Lucca e poi dimesso, di rientro dalla Repubblica democratica del Congo con sintomatologia simile a quella descritta nel Paese africano, sono risultati negativi per i seguenti patogeni: Arbovirus (Alphavirus, Flavivirus, Rift Valley virus), Lassa virus, virus respiratori (influenza A, influenza B, SARS-CoV-2, rhinovirus, coronavirus NL63, 229E, OC43 e HKU1, parainfluenza virus 1, 2, 3 e 4, metapneumovirus A/B, bocavirus, RSV A/B, adenovirus, parechovirus), Borrelia spp (Lyme group), Borrelia recurrentis LBRF (Louse borne relapsing fever), Borrelia duttoni TBRF (Tick borne relapsing fever), Borrelia TBRF group, Bartonella spp, Erlichia spp, Rickettsia spp, virus del morbillo, Plasmodium spp.

Lo riferisce l'Istituto superiore di sanità, sottolineando che "la negatività dei test effettuati su campioni prelevati a distanza dall’inizio dei sintomi, insorti mentre il paziente era in Repubblica democratica del Congo, e dopo la guarigione, non esclude il fatto che la sintomatologia riportata possa essere stata correlata all’infezione causata da uno dei patogeni suddetti. Sono tuttavia ancora in corso le analisi metagenomiche per ulteriori verifiche".

L'Iss ricorda che "una seconda paziente di rientro dalla Repubblica democratica del Congo dove aveva soggiornato, anche in questo caso, lontano dal luogo del focolaio, era stata ricoverata con febbre presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza a fine novembre. La donna è perfettamente guarita in pochi giorni, e gli esperti Iss hanno suggerito alla struttura ospedaliera di conservare un campione di sangue per eventuali controlli futuri da effettuare una volta individuata una possibile causa del focolaio di Panzi. Un ulteriore caso sospetto è stato segnalato in una persona deceduta in provincia di Treviso che aveva viaggiato in RDC, ma secondo i test effettuati dall’Istituto Lazzaro Spallanzani, la causa del decesso è riconducibile ad una forma grave di malaria". "L'Italia - ricorda l'Istituto superiore di sanità - ha innalzato i livelli di attenzione ai punti di ingresso portuali e aereoportuali sulle persone provenienti dalla Rdc, ed è stato istituito in via del tutto precauzionale un team di coordinamento tra il ministero della Salute e l'Iss allo scopo di monitorare la situazione e predisporre eventuali interventi. Tutte le misure sono state prese a scopo precauzionale, e non esiste al momento nessuna indicazione sulla presenza di casi associabile a questo focolaio sul territorio italiano", ribadisce l'istituto. "Sempre a scopo precauzionale - fa il punto l'Iss - sono stati segnalati dalle autorità sanitarie locali 2 casi di pazienti provenienti dalla Rdc con sintomi simili a quelli descritti nel focolaio di Panzi, che ricordiamo essere in gran parte sovrapponibili a quelli di una sindrome simil influenzale. Il primo paziente è stato ricoverato dal 22 novembre presso l'Ospedale San Luca di Lucca di rientro dalla Rdc, dove risiedeva in una zona lontana dal focolaio epidemico. Il paziente presentava una sintomatologia simile a quella descritta nel Paese africano, ed è stato dimesso il 3 dicembre perché guarito. A scopo precauzionale, alcuni campioni di siero e di sangue prelevati durante il ricovero e dopo la guarigione sono stati inviati all'Iss per le analisi" e i risultati sono quelli sopra riportati. "Una seconda paziente di rientro dalla Rdc, dove aveva soggiornato, anche in questo caso, lontano dal luogo del focolaio, era stata ricoverata con febbre presso l'Azienda ospedaliera di Cosenza a fine novembre. La donna è perfettamente guarita in pochi giorni, e gli esperti Iss hanno suggerito alla struttura ospedaliera di conservare un campione di sangue per eventuali controlli futuri da effettuare una volta individuata una possibile causa del focolaio di Panzi". Infine, "un ulteriore caso sospetto è stato segnalato in una persona deceduta in provincia di Treviso che aveva viaggiato in Rdc, ma secondo i test effettuati dall'Istituto Lazzaro Spallanzani la causa del decesso è riconducibile ad una forma grave di malaria".

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