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Lucca, il Pronto soccorso si allarga: arrivano i moduli prefabbricati. Il cantiere, il progetto e le funzioni

di Gianni Parrini
Lucca, il Pronto soccorso si allarga: arrivano i moduli prefabbricati. Il cantiere, il progetto e le funzioni

Ampliamento di 140 metri quadri, l’intervento terminerà in primavera. Mencaroni: «Durante i lavori nessun disagio per l’attività ordinaria»

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LUCCA. Ampliamento del Pronto Soccorso, partito il cantiere. I lavori termineranno in primavera; nel frattempo, nessun disagio per la struttura di emergenza-urgenza del San Luca, anche se vengono meno alcuni posti auto. Il futuro utilizzo dei nuovi spazi, però, deve ancora essere definito. Andiamo con ordine.

Il cantiere

Se ne parla da tempo, precisamente dal periodo della pandemia Covid, e alla fine qualcosa sta succedendo. Nei giorni scorsi, accanto al Pronto soccorso dell’ospedale San Luca, sono iniziati i lavori per l’installazione di nove moduli prefabbricati realizzati in metallo, alti 2,5 metri e lunghi 5, che andranno a costituire il tanto atteso ampliamento. Si tratta di un nuovo locale di circa 140 metri quadrati, collegato con un corridoio alla struttura principale. Nelle intenzioni dell’azienda, non risulterà posticcio: sarà rivestito con gli stessi pannelli utilizzati per il resto dell’ospedale e pertanto apparirà omogeneo a tutto il resto.

Come si vede nelle foto presenti in questa pagina, l’area del cantiere è situata a pochi metri dal Pronto soccorso, nel punto in cui, fino a pochi mesi fa, erano posizionate le due cupole-igloo installate in epoca Covid per effettuare il pre-triage dei pazienti. L’intervento è iniziato con i rilievi necessari per il corretto posizionamento del prefabbricato e la precisa delimitazione dell’area del cantiere. Si tratta di verifiche essenziali per garantire che la struttura sia esattamente centrata e non interferisca con i resti della domus romana scoperta nel sottosuolo durante i carotaggi, né intercetti il corridoio sotterraneo che collega l’edificio economale con l’ospedale.

Il progetto

Attualmente, l’area dell’intervento è stata delimitata e la base livellata con uno strato di cemento su cui poggeranno i prefabbricati. Ad occuparsi del progetto è stato lo Studio Rosanova di Napoli, mentre i lavori sono affidati a un raggruppamento di imprese guidato da Ircop, società che, nell’immediato post-pandemia, ha già lavorato nella subintensiva e nel reparto di day surgery del San Luca.

Il progetto di ampliamento del Pronto soccorso è nato durante il Covid, con risorse provenienti dal cosiddetto “bando Arcuri”. Dopo varie rimodulazioni, la cifra finale impegnata nell’intervento si aggira sugli 800.000 euro. I lavori sarebbero dovuti iniziare mesi fa (se non anni), ma la scoperta della domus di epoca romana ha fatto sì che la Soprintendenza chiedesse una modifica al progetto e lo spostamento del prefabbricato di qualche metro dalla sede inizialmente prevista (ovvero la parte a giardino proprio accanto alla struttura principale).

«Non ci sono disagi per il resto del Pronto soccorso, che può continuare a operare in piena libertà – spiega Spartaco Mencaroni, direttore del San Luca –. Il cantiere ha solo occupato alcuni posti auto. Un vigilantes controlla sia l’area del cantiere sia altre zone del presidio, per evitare che le persone sostino fuori dagli spazi consentiti. L’intervento dovrebbe terminare in primavera».

Le funzioni

Restano da definire le funzioni della nuova struttura. «Questo ampliamento è stato pensato in epoca Covid per dare maggiore flessibilità al San Luca in caso di nuova ondata pandemica», prosegue Mencaroni. «Come sarà utilizzata in condizioni di normalità? Su questo – dice – stiamo ancora valutando varie ipotesi, in collaborazione con le amministrazioni locali, con cui ci confrontiamo all’interno delle conferenze zonali dei sindaci».

Inizialmente, l’ampliamento avrebbe dovuto migliorare l’agio dei pazienti (nove posti letto), il comfort degli operatori (nuovi spogliatoi) e differenziare opportunamente i percorsi tra soggetti infettivi e non-infettivi (area pre-triage). Successivamente, si è ipotizzato di destinare questi spazi al 118 o alla continuità assistenziale. Niente è deciso ed è proprio qui il paradosso: dopo tanta attesa, sarebbe il colmo completare la struttura senza avere chiari funzioni e utilizzi definitivi.

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