Serendepico chiude, il locale lascia la tenuta di Gragnano e punta tutto sul Nida: «Abbiamo dovuto scegliere»
I piatti e sapori di Masaki Kuroda continueranno a vivere nel locale in via Nicola Barbantini: «È il posto che ci ha permesso di sopravvivere nel periodo difficile della pandemia»
LUCCA. La pandemia ha tolto ma in alcuni casi ha dato. Se ha messo in ginocchio molti ristoratori, ad altrettanti ha fatto esplorare nuove vie. Così alla fine del 2021 lo chef Masaki Kuroda e la socia Sabrina Falconi avevano aperto Nida proprio a un tiro di sguardo dallo stadio di Lucca. Dallo sportellino su via Nicola Barbantini, passavano i piatti da asporto preparati dallo chef Kuroda. «Il Nida ci ha permesso di sopravvivere a quel periodo tanto difficile. È nato con lo scopo di offrire solo cucina nipponica di grande qualità da consumare altrove» spiega Sabrina Falcone.
Sommelier di vino nonché di sakè, Sabrina Falcone per oltre un decennio ha rappresentato il volto in sala dello chef giapponese al Serendepico. Nel verde delle colline di Gragnano, sotto il comune di Capannori, il Serendepico è presente da anni nelle migliori guide gastronomiche del Belpaese, dapprima con l’arrivo in cucina di Damiano Donati, infine con Kuroda. Ebbene, da lunedì scorso Masaki e la sua socia gli hanno detto addio, nel frattempo la proprietà del Relais del Lago (la tenuta che lo ospita) sta vagliando la possibilità di altre gestioni. Ma i tempi si dilatano e non se ne riparlerà fino al prossimo anno.
Con l’arrivo dello chef nato nell’isola di Kyushu, nell’estremo lembo sud del Sol Levante, quella del Serendepico era diventata una cucina in cui due culture geograficamente tanto lontane avevano trovato un punto di unione. Destinato ad una carriera da architetto, ad un certo punto Masaki Kuroda si era imbattuto nella cultura gastronomica italiana ed aveva raggiunto Lucca proprio per acquisirne i segreti. Da lì, dopo la scuola di cucina di Gianluca Pardini, erano arrivati gli stage dal marchigiano tre stelle Uliassi, La Locanda del Pilone ad Alba, Butterfly da Fabrizio Girasoli a Marlia e infine il Serendepico con Donati, dove alla fine rimase. Nel 2015 decise di prenderne la gestione insieme alla responsabile di sala Sabrina Falcone, la stessa che in piena pandemia lo ha convinto a puntare su quella stessa cucina che Masaki aveva deciso di abbandonare in nome del gusto italiano. «In realtà i giovedì nippo al Serendepico erano molto richiesti» aggiunge Sabrina Falcone. La pandemia e le chiusure forzate hanno dato una mano a spingere verso il cambiamento, o meglio a esplorare anche un percorso alternativo. Così le due anime hanno convissuto per un po’, almeno fino alla fine dell’ultima stagione estiva. Nel frattempo il Nida (dalla fusione delle ultime sillabe dei cognomi dei due soci) è cresciuto e da un mero sportello per l’asporto si è trasformato in un piccolo ristorante con poco più di venti coperti. «L’aria era cambiata e il successo del Nida ci ha costretti ad una scelta» concludono dal Nida, che in giapponese significa “terreno fertile”. Un luogo in cui fare da ponte per incontrare le ricette autentiche di ramen e sashimi di cui Kuroda è un abile interprete, pur inserendo personali divagazioni creative. Un po’ come in tutta la cucina, dando ad esempio molteplici vite al manzo Wagyu, che trova espressione in svariate elaborazioni.