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Paul Schrader colpito al cuore da Lucca: «Sa cullarti come Venezia»

di Michele Masotti
Paul Schrader colpito al cuore da Lucca: «Sa cullarti come Venezia»

Il regista americano ripercorre tutta la sua carriera

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LUCCA. Di città in giro per il mondo nel corso della sua cinquantennale carriera, iniziata con la sceneggiatura di Taxi Driver, Paul Schrader ne ha visitate un’infinità. Lucca ha però rapito il cuore del 78enne regista americano, uno dei principali ospiti della 20ª edizione di Lucca Film Festival, da mezzo secolo protagonista della scena hollywoodiana pellicole del calibro di "American Gigolò", "Affliction" e "Hardcore". Senza dimenticare le sceneggiature di “Taxi Driver” e “Toro scatenato”, altre pietre miliari della settima arte dirette da Martin Scorsese, siano state prodotte dalla penna di Schrader.

Lui che fino all’età di 18 anni non aveva mai visto un film. Il motivo? L'osservanza da parte della famiglia di stretti principi calvinisti. «Ho sviluppato una voracità cinematografica necessaria per recuperare il tempo perso – ammette Schrader –. Non era mai stato a Lucca, ma devo dire che sono rimasto incantato dal centro storico. Capita di camminare per le vie, ammirando le sue bellezze e in un tratto, senza saperlo, aver smarrito la strada maestra. Salvo poi ritrovarla, passando tra le sue piazze e i suoi simboli. Nel suo cullare il turista, Lucca assomiglia molto da vicino a Venezia. L'Italia conserva un posto speciale nel mio cuore. A Parma ho avuto il piacere di conoscere Bernardo Bertolucci, che considero un maestro al pari di Federico Fellini e Roberto Rossellini».

Questa sera, venerdì 27, al Cinema Astra il regista ritroverà Ethan Hawke, l'altro grande ospite internazionale di Lucca Film Festival e suo attore in “First Reformed-La Creazione a rischio”, pellicola per la quale Paul Schrader ha ricevuto nel 2019 la candidatura agli Oscar per la migliore sceneggiatura. «È stata una grande esperienza lavorare con Ethan – ammette Schrader –. Raramente ho visto un artista così versatile: fa l'attore, il regista, lo scrittore e suona divinamente la chitarra. Sono sicuro che potrebbe essere pure un bravo cardiochirurgo (ride Schrader ndr)».

Oltre a focalizzare l'attenzione su quanto sia delicata la scelta del cast, una sorta di peccato originale se viene anche in parte sbagliata, il regista statunitense ha parlato del suo ultimo film “Oh, Canada” che avrà come protagonista quel Richard Gere, consacrato al grande pubblico 44 anni prima nelle vesti di Julian, la star di "American Gigolò". «Anche se siamo tornati a lavorare insieme dopo tanto tempo, io e Richard non ci siamo mai persi di vista – spiega lo sceneggiatore americano –. Lui ha raggiunto come attore una notorietà superiore al sottoscritto. Mentre stavo scrivendo il copione del film, mi sono reso conto che la parte del protagonista (un documentarista malato terminale di cancro, ndr) fosse adatta per Richard. Se ho dei rimpianti sui lavori diretti? Sinceramente no. Non amo essere il critico di un lavoro che io stesso ho compiuto».

In questi 50 anni dietro la macchina da presa, Paul Schrader ha osservato da vicino la frenetica evoluzione del mondo cinematografico. «Ormai le novità si sono susseguono nel giro, massimo, di due anni– chiosa il regista –. È un mondo diverso da quando ho iniziato. Oggi quando inizi a girare un film, non sai dove verrà trasmesso e quali persone potranno vederlo».


 

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