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Dustin Hoffman a Lucca: dalla bistecca alla fiorentina al gelato, i primi locali scelti dall’attore

di Gianni Parrini

	Dustin Hoffman nella gelateria di Piero Paci
Dustin Hoffman nella gelateria di Piero Paci

I primi giorni dell’attore californiano in città in attesa del via alle riprese. Quell’autografo da incorniciare

18 marzo 2024
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LUCCA. È stata una domenica di relax e lettura dei copioni per gran parte degli attori del film di Peter Greenaway, “Towers’ stories”. Un cast di stelle – su tutti i premi Oscar Dustin Hoffman ed Helen Hunt – che già da qualche giorno hanno messo piede in città, suscitando curiosità e un pizzico di incredulità nei lucchesi, che passeggiando per il centro si sono ritrovati faccia a faccia con i divi di Hollywood che erano abituati ad ammirare in televisione o sul grande schermo. E invece è tutto vero. Il più fotografato al momento è proprio l’attore californiano, interprete di personaggi iconici della storia del cinema, tra cui l’autistico e genio della matematica di “Rain Man” o il timido studente del “Laureato” che diventa seduttore dopo la relazione con Mrs Robinson.

Hoffman ha deciso di soggiornare in un palazzo del centro storico ma non è certo rimasto chiuso tra quelle quattro mura. Al contrario ha voluto esplorare la città, conoscere i suoi scorci migliori, gustare i sapori della cucina locale. Ha già fatto tappa in alcuni dei locali storici del centro: alla Buca di Sant’Antonio, ad esempio, ha ordinato bistecca alla fiorentina e vino lucchese; alla gelateria da Piero, dove ha aspettato in fila il suo turno, ha preso una coppetta ai frutti di bosco scherzando con il titolare Piero Pacini. Ieri ha visitato anche i banchi del mercato dell’antiquariato. In ogni circostanza si è reso disponibile a fare autografi o a scattare selfie con chi lo ha riconosciuto.

Del resto, per uno che è uscito dall’Actors Studio e ha appreso il “metodo” Strasberg, questo è di certo un buon modo per cominciare a entrare nel personaggio del film. Il professore newyorkese che Hoffman interpreterà ha diversi punti in comune con l’attore californiano. A partire dall’età avanzata (Hoffman ha 86 anni), che lo spinge a riflettere sul senso della vita e della morte. Una riflessione, che a quanto è dato sapere, inizia dopo la tragedia dell’11 settembre e matura proprio a Lucca dove il docente americano viene a riscoprire le proprie origini, partendo da una casa che la nonna gli ha lasciato in centro.

Una riflessione sul senso della vita e della morte (da qui il titolo iniziale della pellicola “Lucca mortis”) in cui la città, con la sua architettura caratterizzata dalle torri e dalle Mura, sembra avere un ruolo di primo piano e in cui si intromettono anche visioni enigmatiche.

Del resto questi sono anche i temi prediletti da Greenaway: il regista e sceneggiatore gallese si è innamorato della città dieci anni fa, quando è stato ospite del Lucca Film Festival. In quell’occasione presentò "The towers Lucca hubris", un enigmatico progetto multimediale proiettato sullo sfondo del restaurato complesso di San Francesco, che collegava in un ideale abbraccio le tante torri che nel Duecento svettavano nel cielo di Lucca con la loro "onorevole arroganza" a indicare ricchezza e potere. Un’operazione di "cinema architettonico" a cui Greenaway non è nuovo, viste le architetture visive di molti suoi film ("Il mistero dei giardini di Compton House"). Stilemi che probabilmente ritorneranno anche in questa nuova pellicola, che probabilmente non andrà al prossimo festival di Venezia per ragioni di tempo, ma è comunque destinata a girare per i festival internazionali.

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