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Assi viari, il progetto non è cambiato Bando a giugno 2020, lavori finiti nel 2023

G.P.
Assi viari, il progetto non è cambiato Bando a giugno 2020, lavori finiti nel 2023

L’intervento ha un’estensione di 12 chilometri tra nuovi tratti e adeguamento di viabilità esistente, il costo è di 110 milioni

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LUCCA. C’è la Lucca che conta nella cappella Guinigi del complesso di San Francesco. Parlamentari, amministratori locali, rappresentanti delle associazioni di categoria, ordini professionali, sindacati e rappresentanti dei comitati di cittadini (pochi e silenti per la verità). Del resto l’occasione è importante: Anas presenta il progetto definitivo relativo al primo stralcio del sistema tangenziale di Lucca. Si tratta dei cosiddetti assi viari, un’infrastruttura di cui si parla dalla fine degli anni ’50 come ha ricordato il sindaco Alessandro Tambellini nel suo preambolo. Tra i tanti presenti spicca un assente: Luca Menesini sindaco di Capannori e presidente della Provincia, convitato di pietra che nessuno nomina ma a cui tutti si rivolgono indirettamente. Il motivo? Anas non ha accolto le modifiche suggerite dal sindaco di Capannori che ha preferito disertare l’incontro.

Ma veniamo al progetto. L’intervento ha un’estensione complessiva di circa 12 chilometri, di cui 7,3 realizzati ex novo e 4,6 di adeguamento di viabilità esistente. Un’opera impattante dal punto di vista ambientale che si pensa di mitigare con la piantumazione di 27.755 esemplari tra alberi, arbusti ed essenze arboree lungo il percorso. E poi ci sono i miglioramenti alla viabilità: «Abbiamo una rete viaria che per gran parte risale all’ ’800, quando ci si spostava con i carri», ha spiegato Tambellini. Con gli assi viari si avrà una riduzione del traffico del 12% su viale Europa e sul Brennero. Benefici sensibili anche a Capannori, in via del Popolo (-37%) e via dell’Ave Maria (-47%).

L’elemento portante di questo primo stralcio è la realizzazione del cosiddetto asse nord-sud, che collegherà la statale del Brennero con il nodo di Antraccoli est: la nuova strada (5,67 km) partirà dal Brennero all’altezza di San Pietro a Vico (ma non si esclude l’ipotesi di due diversi punti di accesso) e andrà a intersecare via delle Ville e la Pesciatina attraverso rotatorie di nuova costruzione. Serviranno un cavalcaferrovia lungo 240 metri, un cavalcavia (anch’esso di 240 metri) e un paio di sottovia scatolari necessari a superare gli incroci con la viabilità e il tracciato ferroviario già esistenti. L’asse attraverserà due ambiti sensibili dal punto di vista ambientale: i laghetti di Lammari e la zona agricola di Lunata. Per mitigare l’impatto della nuova arteria è previsto una sorta di make up verde, da realizzare con la piantumazione delle zone adiacenti (con alberi e siepi) e interventi sui canali irrigui. L’asse nord sud terminerà al nodo stradale di Antraccoli, che verrà ridisegnato con due nuove rotatorie che dovrebbero migliorare lo scorrimento dei flussi rispetto all’attuale configurazione.

Il “primo stralcio” prevede lavori anche sull’asse ovest-est, che collegherà la rotatoria di Antraccoli ovest con la nuova viabilità (via Sciortino) sorta attorno all’ospedale San Luca, attraverso via della Madonnina: è lungo appena 1,65 chilometri e rappresenta la prima parte dell’asse che negli stralci successivi arriverà fino a Lucca est, all’ingresso dell’A11. C’è, infine, un’asse est-ovest, ottenuto principalmente mediante l’adeguamento della viabilità esistente. Parte dalla nuova intersezione con la rotatoria Antraccoli est e si svilupperà in direzione del casello autostradale del Frizzone, per uno sviluppo totale di circa 4,64 chilometri. E questo è uno dei punti delicati a detta di Menesini: il sindaco di Capannori teme che un asse così congeniato possa tagliare in due il territorio, separando Capannori da Tassignano. Avrebbe preferito la realizzazione di una nuova viabilità che da Antraccoli si dirigesse ancora più a sud, fino al Pip di Carraia e da lì al Frizzone (era la prima ipotesi della Provincia). Così non sarà.

L’intervento ha un costo complessivo di 110 milioni di euro ed è inserito nel contratto di programma Anas-MIT 2016/2020. Sul progetto definitivo saranno avviate le procedure di Legge Obiettivo. Si tratta di un iter piuttosto articolato che almeno sulla carta, ha un cronoprogramma definito. «L’obiettivo – hanno spiegato i funzionari di Anas – è arrivare alla fine dell’anno con l’approvazione della delibera Cipe del progetto definitivo per mettere a gara i lavori entro giugno 2020 e chiudere l’intervento nell’anno 2023. Eventuali richieste migliorie di enti e amministrazioni sono possibili sia durante la verifica di ottemperanza della valutazione di impatto ambientale presso il ministero dell’Ambiente, sia in conferenza dei servizi presso il ministero delle Infrastrutture». —

G.P.

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