Da completare il parco con la statua di Schettino
Devono arrivare altre due statue sulle quali si potrà salire per fare le foto di tutta la zona di Vagli. Il sindaco: «A giugno pronto anche il ponte tibetano»
VAGLI. Non è completo il parco delle statue, tra le quali compaiono quelle di Francesco Schettino e Gregorio De Falco, che attirerà da questa estate migliaia di visitatori lungo le sponde le lago di Vagli, dove sono posizionate. «Il parco, che fa parte del progetto complessivo che prevede anche la realizzazione del ponte tibetano - spiega il sindaco Mario Puglia - sarà formato da quattro statue. Ne mancano due che, a differenza di quelle di Schettino e De Falco, potranno essere scalate dai visitatori i quali potranno scattare comodamente foto. Le nuove statue, pronte tra un paio di settimane, saranno anch'esse realizzate in marmo delle cave locali, donato dai privati. Il materiale ha un valore di circa 100.000 euro, ma il Comune non ha speso un euro grazie alla entusiastica partecipazione dei privati. Il parco avrà valore simbolico, le statue saranno un esempio e un monito per i giovani sul valore dell'onore e il disvalore del disonore. Non spetta a me entrare nel merito del giudizio penale su Schettino, io ho avuto 38 processi (dai quali sono finora sempre uscito assolto, rinunciando sempre alla prescrizione) e sono certamente un garantista. Scherzando, dico sempre che mio padre invece che nel registro dei battesimi doveva iscrivermi in quello degli indagati.Il mio giudizio quindi è solo morale, sul comportamento di Schettino dopo l'impatto con lo scoglio del Giglio. Nel parco c'è già un'altra statua, da tempo: quella di Fabrizio Quattrocchi, trucidato in Iraq e morto con onore». Puglia è dispiaciuto che la notizia del parco sia uscita quando ancora è un cantiere: «Volevamo fare una bella inaugurazione a giugno, quando sarà finito anche il ponte tibetano di 135 metri. Il lavoro si è bloccato perché le ditte sono state impegnate per l'Expo. Sono stati messi i piloni, e finalmente abbiamo trovato in Svezia il legno affidabile ed eterno per i camminamenti. L'opera riprenderà a giorni e saremo pronti per l'estate». Le statue di Schettino e De Falco, realizzate in marmo da uno scultore italo-giapponese, erano arrivate con un trasporto eccezionale a inizio ottobre dello scorso anno. Ognuna ha un nome. Quella che rappresenta il comandante della Costa Concordia si chiama “Il disonore”, intitolazione che si spiega da sola. Così come è evidente il significato delle orecchie d’asino collocate sulla testa del comandante (da pochi giorni condannato a 16 anni in primo grado dal tribunale di Grosseto) e la sua posa da fuggitivo. L’altra statua, quella che rappresenta l’ufficiale della capitaneria che la notte del naufragio intrattenne un duro colloquio telefonico con Schettino, non poteva che chiamarsi “L’onore”.