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Un altro livornese campione del mondo di spada: un secolo dopo Nedo Nadi c’è Cristiano Sena

Un altro livornese campione del mondo di spada: un secolo dopo Nedo Nadi c’è Cristiano Sena

L’atleta delle Fiamme Oro è stato decisivo nella rimonta in pedana contro l’Ungheria: «Una bella soddisfazione, ma devo restare concentrato per avvicinare il sogno Olimpico»

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LIVORNO. Sono da poco trascorse le 13 italiane e, a casa, mamma Sara aspetta notizie dalla pedana che si trova dall’altra parte del globo. Si, perché a Wuxi, Cina, sede del mondiale under 20 di scherma, giunge in quel momento la telefonata whatsapp di Nicola Sena, suo marito e a lungo, fino al recente passato, allenatore del Picchi: il bimbo, ha vinto la medaglia d’oro a squadre under 20. A parte il valore in sé di un successo come questo, la vittoria vale doppio e forse più.

Perché Cristiano Sena, fa scherma, ma non si cimenta nel fioretto o nella sciabola. È la spada il suo pane, primo labronico ad eccellere in questa specialità andando in controtendenza rispetto alla tradizione dei tanti campioni che questa città ha espresso in questo sport, ad oltre cent’anni da Nedo Nadi, fenomeno impareggiabile in tutte e tre le armi. Un predestinato, questo ragazzone di 194 centimetri, di appena 18 anni e già da alcuni mesi anche nel giro della nazionale senior guidata dal ct Dario Chiado, vivendo un collegiale in Val d’Aosta. Un inserimento graduale, per farlo crescere senza fretta e forgiarlo, magari guardando davvero verso le Olimpiadi di Los Angeles fra tre anni, sempre seguito dal suo maestro Marco Vannini. Nella palestra delle Fiamme Oro di viale Boccaccio, Sena imparato l’arte del lavoro e della disciplina. Anche prima della rassegna a cinque cerchi di Parigi, per volere del maestro del gruppo sportivo della Polizia, Daniele Pontoni, aveva fatto capolino fra i senior, mettendo in mostra le sue doti in un raduno a Tirrenia.

In Cina, ieri, nei vari avvicendamenti a tre sulla pedana, Sena ha dato un contributo importante iIn tutti gli assalti “a girare”, mostrando di essere in grande spolvero. Nella semifinale contro l’Ungheria, è stato decisivo per la rimonta, utile a raggiungere la 45esima stoccata, assieme al pistoiese Mastromarino (altro protagonista), al romagnolo di Cervia Galassi e alla riserva, il bergamasco Locatelli. Con il Canada, gli azzurri si sono battuti per la medaglia più prestigiosa con il responso di 45-37, con GAlassi a mettere il timbro per l’urlo liberatorio di gioia.

«È una bella soddisfazione – dice compostamente Cristiano -, ma non ho fatto ancora niente. Devo restare concentrato, lavorare tanto e seguire i consigli che tutti i maestri delle Fiamme Oro sanno darmi per ottenere quanto più possibile. Posso solo ringraziare la Polizia per le opportunità che mi concede facendomi fare il mio sport con serenità. Adesso, niente distrazioni perché fra non molto, ci saranno gli italiani di categoria a Terni e poi gli assoluti di Piacenza, appuntamento quest’ultimo nel quale cercherò di dare il meglio sapendo che dovrò vedermela con atleti di alto valore internazionale e più maturi di me. Saranno tutte tappe utili che mi dovranno far avvicinare ad un 2026 che possa permettermi di fare un altro passettino in avanti guardando alle prossime Olimpiadi».

Ora, tutta la comitiva azzurra è in festa. Poche ore e sarà tempo di guadagnare la strada verso l’aeroporto per il ritorno in Italia. L’arrivo di Cristiano con il suo babbo, è previsto per la mattinata di domani. Un giorno forse di riposo e poi sarà ancora tanto sudore, in palestra, agli ordini di Vannini. Per Cristiano, semplicemente Marco. Maestro, amico, fratello maggiore. 

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