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Libertas, parla patron Marco Benvenuti: «Ho un progetto ampio, puntiamo alla gestione del Macchia»

di Francesca Bandinelli
Marco Benvenuti e a destra Giulio Iozzelli (foto Marcella Ferretti)
Marco Benvenuti e a destra Giulio Iozzelli (foto Marcella Ferretti)

Il consulente tecnico Iozzelli: «Vigili sul mercato, ma nessuna ricerca spasmodica»

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LIVORNO. L’obiettivo è quello di portare sempre più in alto la Libertas Livorno, quella società a cui il neo patron Marco Benvenuti, 49 anni, si è legato affettivamente da ragazzino – «Il mio Maradona è Alessandro Fantozzi: anche per questo l’emozione di averlo al mio fianco, domenica scorsa, in occasione del mio ritorno al PalaMacchia, è stata fortissima» – senza trascurare tutto quello che fa parte di questo mondo, dal basket femminile fino a quello in carrozzina e al baskin, dove si punta a investire.

Lo ha detto senza troppi giri di parole in occasione del suo primo punto stampa, insieme al consulente tecnico Giulio Iozzelli, seduto al suo fianco. «Non c’è solo la Libertas: non vogliamo trascurare il basket femminile con il Jolly Acli (iscritto in A2) e nemmeno il basket in carrozzina. Non vogliamo fare un basket inclusivo per sentirci migliori, ma perché nel presentare il nostro progetto agli sponsor avere un ampio panorama di offerta è sempre più importante, sopratutto con gli sponsor nazionali e internazionale. Il palazzetto? Vogliamo la gestione dell’impianto, presentando un progetto a 360 gradi che includa il Jolly e anche il Don Bosco. È un luogo glorioso, ma è lo stesso di quarant’anni fa. Ha bisogno di interventi, anche, per esempio, sul fronte dell’accessibilità dei disabili. Inoltre, manca l’aria condizionata, i bagni sono quelli che sono. Ci sono tanti aspetti da rivedere e siamo pronti a partecipare alla gara per l’affidamento».

Le idee, insomma, sono molto chiare. Le emozioni del suo “battesimo” al Macchia sono ancora brividi sulla pelle: «Con Nardò ho vissuto sensazioni uniche. Ho sentito l’affetto del popolo libertassino. Tanti bambini mi hanno chiesto autografi e selfie: di solito, si chiedono a un giocatore, non a un presidente. Quella, per me, è stata una giornata molto intensa dal punto di vista emotivo. Fantozzi? La nostra è un’amicizia. Si è sentito, domenica, di essere accanto a me perché ha capito l’importanza del momento che stavo vivendo. Non abbiamo parlato di niente altro: se dovessero crearsi situazioni in cui lui vorrà fare qualcosa in questa società, ben felice di averlo accanto». Quanto alla squadra aggiunge: «Il gruppo sta migliorando, sto vedendo quello che il coach fa e la crescita mi pare evidente. Contro Cento abbiamo perso per alcuni dettagli, Pesaro invece ha mostrato di essere più forti di noi. Tra gli obiettivi che ho c’è anche la voglia di investire nella formazione di nuovi dirigenti, oltre a cercare sponsor con voglia di investire su progetti a lungo termine. Secondo me, qui a Livorno, il terreno è molto “fertile”».

Mercato

Sulla squadra, si è soffermato Iozzelli, soprattutto sul fronte mercato. La dirigenza continua a monitorare quello che accade intorno, pronta, nel caso, ad intervenire, ma senza alcun tipo di frenesia. «Non possiamo far passare il messaggio che siamo alla spasmodica ricerca di qualcuno – dice Iozzelli – anche perché il mercato degli italiani in particolare è abbastanza fermo. Guardiamo quelli che sono i movimenti dei giocatori, ma anche sul mercato americano oggi è tutto diverso rispetto a qualche anno fa. Ci sono molti meno giocatori in movimento: se c’è l’occasione di rafforzare il roster, la società è vigile. Ma tra poche ore (venerdì 11 aprile, ndr) i trasferimenti si chiudono per tutti quei giocatori che sono già stati tesserati in Serie A e in Lega 2».

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