Il Tirreno

Livorno

La tragedia

Livorno, cuoco lucchese trovato morto a 44 anni in un affittacamere dopo la prova in un locale

di Stefano Taglione

	Aldo Salvatore Ragusa
Aldo Salvatore Ragusa

Chef stimato e preparato, padre di due figli. Originario di Lucca, aveva lavorato in un locale del centro e in vari a Firenze. Il ricordo di un ex datore: «Un ragazzo buono, si faceva voler bene da tutti»

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LIVORNO. Era arrivato a Livorno sabato mattina, da Lucca, per una prova come cuoco in un ristorante. Ma purtroppo, poco dopo le 5 del 21 aprile, lo hanno trovato morto nella camera da letto del bed & breakfast del lungomare dove dormiva. Tragedia all’alba di Pasquetta, dove lo chef lucchese Aldo Salvatore Ragusa, 44 anni e cresciuto nella frazione capannorese di Massa Macinaia, è stato trovato cadavere nella struttura alberghiera. A dare l’allarme, sentendo dei rumori provenire dalla sua stanza, gli altri ospiti.

I soccorsi

Immediato l’arrivo sul posto di un’ambulanza della Misericordia di via Verdi, con i volontari e il medico del 118 che purtroppo non hanno potuto fare niente per salvarlo. Dalla centrale operativa dell’ospedale, contestualmente, sono state avvertite le forze dell’ordine, trattandosi di una morte senza testimoni oculari. Nell’edificio, infatti, sono intervenuti gli agenti delle volanti della questura, che insieme ai colleghi della polizia scientifica e al medico legale incaricato dalla procura, Luigi Papi, hanno svolto tutti gli accertamenti necessari per cercare di stabilire con esattezza le ragioni del decesso improvviso del quarantaquattrenne, uno chef d’esperienza che si era diplomato alla scuola alberghiera che e in passato aveva lavorato per vari ristoranti, fra cui l’Antica osteria di Lucca, nella centrale via Santa Croce, e la Trattoria San Lorenzo, a Firenze.

Chi era “Chicco”

Da tutti soprannominato “Chicco”, Ragusa è cresciuto a Massa Macinaia, nel comune di Capannori, ha abitato a Firenze (dove vivono l’ex compagna e i due figli) e nel tempo ha lavorato sia come autista per un’azienda di vendita all’ingrosso di abbigliamento e nel mondo della ristorazione. L’anno scorso è stato chef per l’Antica osteria di Lucca, prima ancora nel capoluogo toscano all’Osteria del Corso e alla Trattoria San Lorenzo. Una lunga esperienza, la sua, nel mondo della ristorazione: «Era bravissimo», sostengono alcuni colleghi di lavoro.

I ricordi

«Per me era come un figlio, praticamente l’avevo adottato – le parole del lucchese Marco Giovannetti, grande amico di Aldo e per lui come un padre – ed era una persona alla quale tutti volevano bene. L’ho visto per l’ultima volta otto giorni fa, mi aveva detto: “Marco ho trovato lavoro in Trentino, vado lì”. Gli ho dato anche cento euro, è partito, poi dopo pochi giorni è tornato spiegandomi che sarebbe andato a Livorno perché lo avrebbero assunto lì. Per Pasqua non l’ho chiamato, lavorava e non volevo disturbarlo, visto che se in cucina lo avessero visto rispondere al telefono certo non ci avrebbe fatto una bella figura. Era un ragazzo buono, si faceva voler bene da tutti. Quando ho saputo la notizia mi è caduto il mondo addosso, è stato molto sfortunato nella sua vita». «Lo conosco da quando era ragazzo – racconta il titolare dell’Antica osteria, per la quale aveva lavorato come chef, Massimo Minutelli, cognato di Giovannetti – era anche un ottimo professionista. È cresciuto a Massa Macinaia, poi ha abitato anche nei miei appartamenti che usano i dipendenti del locale, in Borgo Giannotti. L’anno scorso ha lavorato con me nel locale, si faceva volere bene da tutti, in passato l’avevo assunto anche come autista nell’azienda di abbigliamento all’ingresso che avevo a Genova. Lo avevo sentito due settimane fa, ultimamente non stava molto bene, è una tragedia. Lo conoscevo benissimo, mi rincresce ciò che è accaduto».

Probabile autopsia

La salma, dal pubblico ministero di turno, è stata sequestrata per poi essere trasferita dal personale delle onoranze funebri della Svs di via San Giovanni al cimitero dei Lupi. Oggi, per stabilire le cause del malore improvviso, potrebbe essere disposta l’autopsia. L’obiettivo è capire se il decesso è stato provocato da cause naturale oppure da altro. Il cuoco, al momento del decesso, era da solo. Nell’affittacamere era stato visto sabato, all’arrivo. Non aveva compagnia, appunto, e avrebbe alloggiato lì solo per Pasqua, con il check-out nel Lunedì nell’Angelo. Persona molto religiosa, come si può notare dalla sua pagina Facebook, Ragusa avrebbe dovuto lasciare la camera attorno alle 10 del 21 aprile. Purtroppo, però, se ne è andato per sempre all’alba della Pasquetta. Lasciando attoniti i tanti colleghi di lavoro conosciuti nel corso degli anni.

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