«Non ha tentato di ammazzarlo», svolta sull'accoltellamento in centro: trentenne condannato per lesioni
Un cinquantenne era stato pugnalato per tre volte in piazza della Repubblica: derubricato il reato per l'aggressore
LIVORNO. Era stato arrestato dalla polizia per tentato omicidio due settimane dopo l’accoltellamento: aveva pugnalato per tre volte un cinquantenne in piazza della Repubblica, in mezzo alla strada, attorno alle 5 di mattina del 2 settembre scorso. Nei giorni scorsi il trentunenne tunisino Aleaddine Tayari, da quel momento in carcere, è stato sì condannato, ma per lesioni personali: per lui due anni e quattro mesi di reclusione e non otto come chiesto dalla procura.
La sentenza è stata pronunciata nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari, che ha accolto la richiesta della difesa – il giovane era difeso dall’avvocata Alessandra Natale, che per lui ha scelto il rito abbreviato con lo sconto automatico di un terzo della pena – che fin dall’inizio ha sostenuto la tesi secondo la quale, Tayari, ha cagionato sì lesioni al connazionale cinquantenne, ma senza volerlo uccidere. Il reato commesso è stato quindi derubricato dal più grave tentato omicidio a quello più lieve delle lesioni personali. Il giovane nordafricano, nell’occasione, era poi fuggito.
A individuarlo la Squadra mobile, dopo l’intervento iniziale delle volanti della polizia che erano state chiamate dai medici del pronto soccorso, i quali avevano visto arrivare la vittima, gravemente ferita, accompagnata in auto da un’amica. Si tratta della stessa persona che lo aveva portato in auto in piazza della Repubblica, dove verso l’intersezione con via della Pina d’Oro ha poi incontrato il suo aggressore. In ospedale, l’uomo, è stato salvato con un intervento chirurgico dopo un collasso polmonare, dopo aver perso molto sangue nel tragitto verso viale Alfieri. Le coltellate – secondo quanto ricostruito – lo hanno colpito su un’ascella, al torace e all’addome. Fondamentali, ai fini delle indagini, le immagini delle telecamere comunali presenti in piazza della Repubblica, i cui frame sono stati acquisiti agli atti del processo. Nel corso degli accertamenti, gli agenti, hanno anche ascoltato alcuni testimoni oculari. Ora, Tayari, potrebbe tornare in libertà.
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