Il Tirreno

Livorno

Lavoro: la nota

«Ltm di Livorno riorganizza le operazioni portuali»: sindacati in allarme. I motivi

di Iacopo Simoncini

	Giuseppe Gucciardo (Filt-Cgil)
Giuseppe Gucciardo (Filt-Cgil)

La storica azienda terminalista annuncia la creazione di una “newco” per le operazioni portuali. I sindacati: «Intervenga l’Autorità Portuale»

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LIVORNO. Cresce la tensione nel porto di Livorno dopo l’annuncio di Ltm, azienda terminalista operante all’interno del Varco Galvani, di voler cessare le proprie attività e creare una nuova società dedicata esclusivamente alle operazioni portuali. La decisione, che prevede il trasferimento dei 51 dipendenti attuali (tra operativi e amministrativi) nella nuova realtà aziendale, ha suscitato la dura reazione dei sindacati, che hanno dichiarato lo stato di agitazione.

La notizia è stata comunicata ai rappresentanti sindacali dai vertici di Ltm nelle ultime ore. Secondo l'azienda, la creazione di una “newco” specializzata in operazioni portuali, regolata dall'articolo 16 della legge sui porti 84/1994, rappresenterebbe una soluzione alle difficoltà legate al calo del traffico registrato negli ultimi anni. Tuttavia, i sindacati contestano duramente questa interpretazione, sostenendo che la mossa rischierebbe di peggiorare le condizioni dei lavoratori invece di tutelarle.

I sindacati

Secondo Giuseppe Gucciardo (Filt-Cgil), Dino Keszei (Fit-Cisl) e Gianluca Vianello (Uiltrasporti), la creazione della nuova società avrebbe conseguenze gravi per i dipendenti e per l’intero equilibrio del sistema portuale labronico. «Se il progetto di Ltm andasse in porto, i lavoratori si troverebbero in una realtà aziendale meno stabile, con prospettive incerte e possibili ripercussioni economiche negative», affermano. Un’altra criticità sollevata riguarda il numero già elevato di aziende operanti nel porto sotto il regime dell’articolo 16. L’ingresso di una nuova realtà, sempre secondo le sigle, aumenterebbe la competizione interna e potrebbe innescare una dinamica di ribasso del costo del lavoro, mettendo ulteriormente sotto pressione gli operatori già esistenti.

«Le ripercussioni»

I sindacati sostengono che le conseguenze negative non si limiterebbero solo ai lavoratori diretti di Ltm. La creazione di una nuova società di operazioni portuali inciderebbe anche sulle attività di Alp (operante in base all’articolo 17 della legge sui porti) e dell’agenzia di somministrazione Intempo, entrambe coinvolte nel fornire manodopera alle imprese portuali in caso di picchi di traffico. Inoltre, il piano di Ltm prevede che la nuova società operi sulla banchina all’Alto Fondale, attualmente utilizzata da Porto2000, società di cui LTM detiene una partecipazione azionaria. Secondo i sindacati, tale utilizzo sarebbe «irregolare poiché Porto2000 – sostengono ancora –non dispone delle concessioni necessarie per svolgere attività terminaliste».

L’appello

I rappresentanti sindacali chiedono un intervento dell’Autorità di Sistema Portuale: «Chiediamo all'Autorità Portuale di assumere un ruolo di garanzia e di tutela del lavoro, intervenendo per fermare questo progetto prima che produca danni irreparabili», concludono Gucciardo, Keszei e Vianello. La situazione resta in evoluzione, con i lavoratori pronti a nuove mobilitazioni qualora non si dovessero ottenere risposte concrete dalle istituzioni e dall’azienda.

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