Il Tirreno

Livorno

L'operazione

Sorpreso con la droga in piazza della Repubblica: arrestato a Livorno un ex studente di ingegneria

di Stefano Taglione
Un'auto della finanza in piazza della Repubblica (foto d'archivio)
Un'auto della finanza in piazza della Repubblica (foto d'archivio)

Il venticinquenne, ora muratore, fermato dalla guardia di finanza con cento grammi fra hashish e cocaina. Portato in carcere e liberato con il divieto di dimora

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LIVORNO. Lo hanno arrestato in piazza della Repubblica, dopo che un mese fa era stato scarcerato per fatti analoghi, con 98,23 grammi di hashish e 3,4 di cocaina. Per questo l’ex studente di ingegneria saudita Fares Mohamed Abdelhady, 25 anni da pochi giorni, è finito in manette, per poi essere rimesso in libertà con la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Livorno, dove da qualche tempo abita. È quanto ha deciso, dopo l’udienza di convalida dell’arresto, il giudice del tribunale Gianfranco Petralia.

Il giovane – difeso dall’avvocata Alessandra Natale – era stato fermato in centro per un normale controllo da una pattuglia dei baschi verdi della guardia di finanza, che lo aveva perquisito trovandolo con la droga: addosso aveva dieci dosi di cocaina dal peso complessivo di 3,4 grammi, oltre a cinque involucri di hashish da 50,38 e mezzo panetto sempre della stessa sostanza da 47,95, per un totale di 98,23 grammi della droga più leggera.

Per questo, su disposizione del pubblico ministero di turno Massimo Mannucci, per lui si erano aperte con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti le porte del carcere delle Sughere, che ha tuttavia lasciato dopo la decisione di palazzo di giustizia, che ha optato per una misura cautelare meno afflittiva per la libertà personale, ovvero il divieto di abitare nell’area labronica. Abdelhady, durante l’udienza di convalida, in camera di consiglio ha raccontato di essere stato «uno studente di ingegneria in Ucraina», dove abitava fino a poco prima dello scoppio della guerra, poi di essersi trasferito in Italia. Studi che non avrebbe terminato proprio a causa dell’invasione russa, senza laurearsi quindi, mentre nella nostra città non aveva ufficialmente una fissa dimora e saltuariamente avrebbe lavorato come muratore, così almeno ha dichiarato al giudice. Il processo a suo carico riprenderà nei prossimi mesi con una nuova udienza.

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