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Ospedale di Livorno, arriva il robot in aiuto dei chirurghi. Ecco “Versius plus”: come funziona e quando sarà utilizzato

di Martina Trivigno

	Il robot Da Vinci XI all’ospedale Versilia
Il robot Da Vinci XI all’ospedale Versilia

Con la nuova piattaforma saranno fatti 300 interventi l’anno. In cinque anni costerà 4,2 milioni, di cui 1,6 stanziati da Eni

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LIVORNO. Si chiama “Versius plus” ed è un robot innovativo per gli interventi chirurgici. La sua nuova casa sarà l’ospedale di Livorno ma vista la sua conformazione – compatta e trasportabile – si alternerà con il presidio ospedaliero di Massa. E soltanto con la nuova piattaforma robotica (a noleggio per cinque anni) sono previsti 200-300 interventi chirurgici ogni anno.

È il risultato del protocollo d’intesa tra l’Asl Toscana nord ovest ed Eni che il 17 ottobre dell’anno scorso hanno firmato il protocollo d’intesa con cui le due parti hanno concordato «di valutare l’opportunità di sviluppare una reciproca collaborazione volta alla tutela della salute pubblica in diversi ambiti, dalla sorveglianza epidemiologica ai progetti di promozione della salute, oltre che allo sviluppo di tecnologie digitali nel settore life science».

L’obiettivo

E secondo quanto spiegato dall’Asl e da Eni, l’obiettivo è quello «di ampliare l’approccio alla chirurgia robotica permettendo l’uso di sale operatorie non dedicate, senza alcun limite strutturale e facilitando l’uso anche ibrido del sistema». In altre parole, in alcuni casi si ricorrerà alla chirurgia robotica nelle sole fasi dell’intervento che beneficiano dell’uso di questa tecnologia per massimizzare i benefici per il paziente e gli operatori senza vincolare l’intero intervento all’approccio robotico. Ad oggi, l’Asl nord ovest ha un unico robot – il Da Vinci XI – all’ospedale Versilia, a Lido di Camaiore, ma presto Livorno allungherà la lista.

Com’è

Il sistema “Versius” è formato da quattro bracci indipendenti di dimensioni e peso ridotti e una consolle contenuta (proprio per spostare il robot facilmente da un presidio all’altro) ed è capace di ottimizzare il flusso di lavoro del blocco operatorio e favorire l’accesso al sistema da parte di più specialità/équipe chirurgiche che operano in sale diverse. In pratica, il robot consente di riprodurre i gesti compiuti dal chirurgo con una precisione notevole, che lascia meno margini all’errore umano. «L’innovazione tecnologica è ormai parte fondamentale del progresso chirurgico – spiega Maurizio De Maria, direttore di Urologia degli Spedali Riuniti – . Non tutto si può fare con il robot che però, soprattutto per la parte oncologica, permette dei miglioramenti enormi sia per i pazienti che per il chirurgo. È quindi un importante passo avanti. Al momento, la nostra area vasta ha un robot al Versilia». E – spiega De Maria – l’Urologia è la specialistica che ricorre di più ai robot. «Fino ad oggi circa il 70 per cento degli interventi chirurgici robotici sono fatti dagli urologi – prosegue il primario – . Il trend sta un po’ cambiando con la tecnologia che sta diventando sempre più diffusa e, di conseguenza, anche altre branche della medicina si stanno avvicinando all’utilizzo della chirurgia robotica». A cui si ricorre soprattutto per gli interventi oncologici che, per loro natura, sono chiaramente i più delicati. In realtà “Versius plus”, compatto e con singoli bracci robotici compatibili con qualsiasi sala operatoria, anche di piccole dimensioni, sarà utilizzato per le procedure chirurgiche mininvasive, con indicazione nelle specialistiche di Chirurgia generale, Chirurgia urologica, Chirurgia ginecologica e Chirurgia toracica.

I numeri

Nel 2024, l’Unità operativa complessa di Urologia ha fatto 980 interventi a Livorno e 250 a Piombino, di cui tanti oncologici. «Di questi, circa 80 di tumori alla prostata – sottolinea il primario De Mara – che richiedono la chirurgia robotica e quindi sono stati fatti o al Versilia o in convenzione con l’Università ospedaliero-universitaria pisana (Aoup)».

I costi

Ma quanto costerà il nuovo robot? In totale Eni ha stanziato circa 1,6 milioni di euro ma poiché la piattaforma robotica dovrà essere presa a noleggio full risk per cinque anni, sarà l’Asl a sostenere interamente il costo per il quarto e il quinto anno di canone per un totale di circa 1,1 milioni. Resteranno poi a carico dell’Azienda sanitaria, per l’intero quinquennio, i costi per la somministrazione dei dispositivi medici consumabili che, parametrati su 178 procedure all’anno, dovrebbero comportare circa 1,5 milioni di costo per presidi medico chirurgici, spesa da compensare in parte con la riduzione dei presidi per chirurgia tradizionale e con la riduzione della giornate di degenza.

«Nell’attesa del nuovo ospedale, è importante che il presidio ospedaliero attuale continui a funzionare bene con tutto quello di cui c’è bisogno – conclude il primario De Maria – . L’innovazione tecnologica è alla base delle discipline chirurgiche e l’arrivo del nuovo robot rappresenta un bel messaggio per i livornesi. Significa poter mettere uno strumento del genere a disposizione di un ospedale che lavora tanto. Un valore aggiunto per cittadini e professionisti».

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